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Palmiro Merli e gli appelli all'unità degli "ex compagni" Democratici

San Benedetto del Tronto | L'esponente di "Piceno al Massimo": «Con la morte nel cuore assistiamo a questo rosario di inutili appelli: chiudiamo in fretta questa storia dolorosa e prepariamoci a lavorare, con impegno, fatica ma anche entusiasmo, ad un nuovo futuro».

Palmiro Merli

Da Palmiro Merli, ex assessore e candidato alle ultime elezioni provinciali con "Piceno al Massimo", riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

Da martedì scorso fare una semplice passeggiata sta diventando un vero calvario, una pena infinita: non faccio che incontrare iscritti al Partito Democratico, persone degnissime ed onestissime, che mi chiedono accorate: "Ma voi delle liste di Massimo Rossi, che fate? Ma veramente vi asterrete al ballottaggio? Ma non vi angoscia il fatto di consegnare alle destre la Provincia?".

Nel frattempo il telefonino continua a scaricare SMS: sono anch'essi di compagni, autorevoli "teste pensanti" del fu PCI - PDS - DS che, in modo più sintetico e perentorio (ma ovviamente è colpa del mezzo di comunicazione), invocano il nostro sostegno alla candidatura di Mandozzi.

Devo dire che queste parole e questi messaggi mi toccano, sia perché provengono da compagni di mille battaglie politiche, sia perché oggettivamente il problema di coscienza esiste.

Poi però torno a casa, a mente fredda ripercorro quanto accaduto nell'ultimo anno e il tormento cede il posto alla rabbia. La rabbia per come, grazie alla miope volontà di qualcuno, si sia buttato a mare un lavoro splendido, si sia sfasciata un'amministrazione che, per unanime opinione, ha segnato una svolta nel modo di amministrare la Provincia in rapporto ai Comuni, al territorio, alle persone.

Mi arrabbio, infine, perché se la tecnologia fosse stata usata anche prima delle elezioni, se avessero inviato anche degli SMS per informare noi "della base" sulle intenzioni che andavano maturando nelle "stanze del potere PD", noi avremmo certamente fatto sentire la nostra voce, avremmo spiegato, sicuramente senza usare il "politichese", che saremmo andati dritti verso la rovina.

Ora vorremmo far sentire la nostra voce e usare il nostro voto per far capire che la strada da percorrere doveva essere un'altra, vorremmo prendere al volo la residenza ad Ascoli per sostenere Antonio Canzian nella sua difficile ma, quella sì, unitaria battaglia del centrosinistra.

Vorremmo, vorremmo... ora è tardi, non è possibile fare più nulla. Con la morte nel cuore assistiamo a questo rosario di inutili appelli: chiudiamo in fretta questa storia dolorosa e prepariamoci a lavorare, con impegno, fatica ma anche entusiasmo, ad un nuovo futuro.

11/06/2009





        
  



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