'Caso Ballarin', Gaspari risponde a Gabrielli: «Quanta arroganza»
San Benedetto del Tronto | Il primo cittadino risponde al consigliere del Pdl sul caso della "missiva scomparsa". Intanto la Corte dei Conti fa sapere: "Il 'Caso Ballarin' è molto singolare, non possiamo esprimerci con nettezza". Sul tema giovedì riunione informale del Consiglio.
di Marco Braccetti

Nel foto-montaggio: Il sindaco Gaspari con il consigliere Gabrielli
«C'è gente che pensa di usare la forza per ottenere qualcosa. Se Gabrielli avesse presentato una richiesta scritta e protocollata non avrei avuto problemi a fornire tutti i documenti che chiedeva. Nella mia Amministrazione è ammesso tutto, tranne la prepotenza e l'arroganza». Non le manda certo a dire il Sindaco Giovanni Gaspari, rispondendo al consigliere del Pdl Bruno Gabrielli. Secondo la ricostruzione del sindaco, Gabrielli sarebbe entrato nel suo Ufficio e, con fare arrogante, avrebbe preteso di avere copia della documentazione.
Oggetto del contendere: la missiva giunta alcuni giorni fa in Municipio con cui la Corte dei Conti rispondeva alla richiesta di chiarimenti presentata dall'Amministrazione Comunale in merito al sempre più intricato ‘Caso Ballarin' (per approfondimenti vedasi l'articolo correlato).
A tal proposito nella giornata di giovedì 25 giugno si terrà un'altra riunione informale del Consiglio Comunale durante la quale il primo cittadino, coadiuvato dall'avv. Luigi Romanucci, illustrerà la risposta della Corte dei Conti e ragionerà sulle possibili prospettive.
«Ho sempre operato alla luce del sole». Il Sindaco ripercorre così l'iter della vicenda. Per uscire dal pantano alcuni mesi fa aveva richiesto un parere preventivo alla Corte dei Conti. Ad aprile è arrivata una prima risposta che richiedeva altri dettagli. Gaspari e Romanucci si sono recati alla sezione regionale della Corte ad Ancona per illustrare la situazione. A fine maggio ecco il responso definitivo. Il Sindaco dichiara di non avergli dato troppo rilievo pubblico perché, in clima di campagna per le elezioni provinciali, si sarebbe rivelato oggetto di speculazioni elettorali.
In attesa della riunione di giovedì Gaspari anticipa alla stampa i contenuti della missiva, che non sono positivi. In pratica c'è stato un nulla di fatto. I magistrati contabili hanno evidenziato la singolarità del caso. "Ad oggi non vi è sufficiente giurisprudenza per poter assumere un orientamento netto", sarebbe il senso della risposta. Ma appare certo che il negozio giuridico del diritto di superficie non sia la formula adatta per sbrogliare la matassa. I vincoli di inalienabilità e di indisponibilità decennale restano. Il Comune non può "cedere" l'area alla Fondazione Carisap che di conseguenza non può investire la somma di 10milioni di euro per il restyling. La condicio sine qua non "imposta" dall'ente presieduto da Vincenzo Marini Marini era e rimane quella che la Fondazione Carisap debba essere proprietaria dell'area. Ma nulla vieta al Comune di operare in prima persona su quel terreno.
E se il Comune e la Fondazione firmassero una sorta di gentlemen's agreement del tipo, per banalizzare: "La Fondazione mette a disposizione del Comune la somma necessaria per il recupero dell'area. Sempre il Comune - in prima persona - gestisce e coordina i lavori. Poi, una volta cessati i vincoli di indisponibilità e di inalienabilità, il Comune cederà l'area alla Fondazione". Questo accordo è conveniente per entrambe le parti? E, soprattutto può essere codificato secondo le ferree leggi che regolano i rapporti tra Enti? Difficile a dirlo.
Tornando alle dichiarazioni del primo cittadino, Gaspari mette le mani avanti. Si è detto che la prossima Amministrazione Provinciale voglia intervenire direttamente nella vicenda del Ballarin? Il primo cittadino stronca sul nascere tale ipotesi: «San Benedetto non è un Comune a sovranità limitata. Prenderemo le nostre decisioni liberamente e democraticamente».
Infine il Sindaco rispedisce al mittente le "accuse" di aver speso troppo denaro pubblico per l'acquisto di un'area che si è poi dimostrata inutilizzabile: «Degli 800mila euro che abbiamo versato al Demanio 350mila provengono dalla legge Finanziaria, arrivati a noi grazie all'interessamento dell'On. Ricci. Il resto è il frutto di un accantonamento che giaceva da tempo nelle casse comunali. Stiamo parlando di 14mila metri quadri in un'area strategica della città. Credo quindi che abbiamo fatto un ottimo affare».
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22/06/2009
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