"Vi racconto il mio inferno in mare"
San Benedetto del Tronto | Nella mattinata di martedì 18 agosto Filippo Speziali, il marinaio tenuto prigioniero per 4 mesi dai pirati, è stato ricevuto dal primo cittadino Giovanni Gaspari. Un'occasione per raccontare tutti i dettagli della drammatica vicenda.
di Redazione

(da sinistra) Di Salvatore, Speziali, Gaspari, Di Guardo
Dopo quattro mesi passati nelle mani dei pirati a largo del Golfo di Aden Filippo Speziali è tornato nella sua terra. Ad accoglierlo i familiari può intimi e tutti gli amici. Anche le istituzioni hanno voluto salutare il marinaio del Buccaneer. Tant'è che nella mattinata di martedì 18 agosto Speziali è stato ricevuto in Municipio dal sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari. Il nostromo è originario è originario della Riviera delle Palme, anche se da 22 anni vive in Abruzzo. Insieme al primo cittadino rivierasco erano presenti il sindaco di Martinsicuro Abramo Di Salvatore, il Comandante della Capitaneria di Porto sambenedettese Daniele Di Guardo ed il vicepresidente della provincia Pasqualino Piunti che ha portato al marittimo i saluti del presidente Piero Celani.
Il marinaio ha ripercorso la sua prigionia durante un intenso incontro con la stampa locale: "Nell'ultima settimana io e il comandante del rimorchiatore eravamo pronti ad assalire i nostri sequestratori. Eravamo disperati e a quel punto non ci faceva più paura nulla. In un modo o nell'altro quella situazione doveva finire".
Speciali ci spiega come è avvenuto il sequestro: "Ci hanno presi mentre eravamo in navigazione eravamo partiti da Singapore e nessuno ci aveva detto a cosa stessimo andando incontro. In questi 120 giorni ci hanno fatto di tutto. Calci, pugni, frustate, spari. Sempre sotto la minaccia di morte. In più di un occasione ci hanno persino buttato i loro escrementi addosso. Abbiamo reagito nell'unico modo possibile per sopravvivere, con la calma. Alzare i toni in quelle circostanze, significava essere uccisi".
Durante il susseguirsi delle settimane i pirati somali non hanno dimostrato neanche un briciolo d'umanità: "Il primo luglio ci hanno fatto fare l'ultima telefonata a casa quindi ci hanno portato sul ponte lasciandoci con una temperatura di 58 gradi all'ombra davanti ad una serie di cappi preparati per impiccarci. Ci hanno torturato in ogni modo in questi quattro mesi".
Nonostante tutto Speziali è pronto a tornare in navigazione: ''lo farò sicuramente. La mia vita è il mare, lo amo troppo''.
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18/08/2009







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