"Alle spalle della luna" di Maria Rita Parsi ha chiuso una stagione estiva entusiasmante
San Benedetto del Tronto | Ogni avventura umana può diventare epica se vissuta nella consapevolezza e sviluppata in un percorso che, aggirando conformismi e stereotipi, si realizza in una costante ricerca di senso.
di Maria Teresa Rosini
M.Rita Parsi(Foto Cellini)
Psicologa e psicoterapeuta, Maria Rita Parsi ha pubblicato numerosi libri spesso aventi come argomento il mondo e i problemi dell'infanzia; redattrice della rivista "Riza psicosomatica", collaboratrice di numerose riviste e quotidiani, è conosciuta dal grande pubblico anche per i suoi interventi in trasmissioni televisive in qualità di psicologa o opinionista. Molti gli incarichi e i riconoscimenti ricevuti sempre relativi al suo impegno in favore e in difesa dell'infanzia.
Nel 1992 ha fondato l'associazione "Movimento bambino", ora divenuta fondazione, che ha lo scopo di promuovere la crescita culturale dei più giovani, tutelarne giuridicamente e socialmente la condizione, organizzare la formazione di tutti gli operatori che si occupano dei minori. La "Carta di Alba" è la più recente iniziativa della fondazione che intende così creare uno strumento per la salvaguardia di bambini e adolescenti su Internet.
Quella raccontata con sapiente semplicità da Maria Rita Parsi nel libro "Alle spalle della luna", edito da Mondadori, è una storia vera. L'autrice, che ha impiegato un lungo tempo per scriverla, ce l'ha resa nella fedeltà quasi assoluta alla donna reale dalla quale l'aveva ricevuta.
C'è qualcosa di straordinario e irripetibile nelle storie della gente comune. Ogni avventura umana può diventare epica se vissuta nella consapevolezza e sviluppata in un percorso che, aggirando conformismi e stereotipi, si realizza in una costante ricerca di senso, nel confronto serrato con sè stessi e gli altri, tra l'indagine che scava all'interno nelle emozioni e nelle oscurità profonde e gli eventi esterni che interrogano di continuo, tra desiderio e necessità, la propria storia.
"Libro di speranza e resurrezione" così lo ha definito nella sua introduzione Filippo Massacci, "storia di una bambina che misurandosi con ciò che la vita le ha offerto, in positivo o in negativo, ha costruito il suo percorso divenendo colei che apre e sostiene alla vita i bambini: un'ostetrica."
Libro di speranza e fiducia nel futuro anche per il caso che ha voluto che il romanzo, ambientato tra Avezzano, L'Aquila e Pescara, uscisse in quel sette aprile tragico successivo al terremoto che ha devastato l'Abbruzzo, portando l'autrice a devolverne i diritti alle popolazioni colpite.
La storia di Custodia, nome tipico della terra in cui è ambientata, ma anche evocativo di un destino, trova il suo esordio in un ricordo precoce che definirà, per la bambina che lo conserva, un rapporto di amore e complicità profonda con il padre: tornato dal fronte mentre la notte sta per cedere all'alba, il padre di Custodia, che non l'ha ancora mai vista dalla nascita perché lontano, la preleva abbracciandola dal suo lettino e lei lo vede per la prima volta in un alone di luce che interrompe il buio del sonno e della notte, ricavando da questa esperienza l'impronta che connoterà tutta la sua vita.
Nel racconto, che si snoda tra vicende familiari drammatiche e tra figure maschili e femminili a volte ambivalenti che attraverso gli occhi della bambina risultano sfumate nelle loro connotazioni positive o negative, possiamo ritrovare, per indicazione della stessa autrice, tre miti archetipici: quello di Orfeo, del ritorno dal mondo dei morti e della seconda morte, quello di Edipo, del rapporto padre-figlia, quello di Alcesti in cui la morte può essere evitata facendo morire qualcuno al proprio posto.
Dare voce alla propria interiorità ("ascoltare i signori delle ombre"), nutrire il proprio bisogno di conoscenza e comprensione della vita e del mondo attraverso lo studio o la lettura, saranno per Custodia, come possono esserlo anche per ogni persona, strumenti di una redenzione in cui tutto il percorso dell'esistenza può trovare senso.
Le tematiche che emergono dalla storia della protagonista offrono poi all'autrice l'occasione per un discorso che, partendo dal rapporto con la propria interiorità profonda, approda al significato della relazione tra "maschile" e "femminile" , in cui la complementarità tra disponibilità all'accoglienza e desiderio di accogliere definisce le potenzialità, ma anche le distorsioni in cui la relazione d'amore può svilupparsi o perdersi. Davvero suggestiva e coinvolgente la capacità dell'autrice di portarci dentro l'essenza dei rapporti tra i due sessi con una naturalezza che ci permette di riconoscerci in ciò che dice chiamando con nomi semplici e riconoscibili fenomeni che a volte ci sembrano inspiegabili come il tradimento, l'infedeltà maschile, il desiderio di potere e di dominio sulle donne.
Solo facendo venir fuori lo stupore delle emozioni custodito nel bambino che è in tutti noi, è il suggerimento finale della scrittrice, potremo costruirci una sorta di bussola interiore che ci farà agire e scegliere abbandonando calcoli utilitaristici e a volte, autolesionistici di potere e dominio, puntando invece all'armonia e all'equilibrio che solo la conoscenza di sé può contribuire a costruire per noi e per gli altri.
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26/08/2009
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