Genio loci a Cossignano
Cossignano | Genio loci ossia al genio del luogo che ha per oggetto larcheologia, la protostoria e la storia antica del contesto territoriale cossignanese.
di Giamaica Brilli
L'incontro, cui prenderanno parte i Proff. Gianfranco Paci dell'Università di Macerata e Mariano Malavolta dell'Università di Roma "Tor Vergata", Gabriele Baldelli e Nora Lucentini, funzionari della Soprintendenza archeologica di Ancona, sarà occasione preziosa per rinsaldare i rapporti di collaborazione già da tempo instaurati con le Soprintendenze, sia per avviare un proficuo dialogo con l'Ateneo maceratese, e in particolare con quello della Facoltà di Lettere e Filosofia (di cui il sunnominato Prof. Paci è Preside) che si è mostrata, nel corso degli ultimi decenni, attiva promotrice di qualificatissime iniziative di ricognizione e conoscenza del patrimonio antiquario marchigiano.
"E' il nostro modesto contributo a promuovere, in un più vasto uditorio, l'interesse per i metodi scientifici d'indagine, caratteristici della storia, e che a qualcuno potranno sembrare astrusi o inutili ma che, in realtà, costituiscono l'ultimo presidio della comune coscienza critica, contro il dilagare di una logica sempre più integralista e binaria." afferma il sindaco di Cossignano Roberto De Angelis
L'incontro di studio è stato patrocinato dalla Provincia di Ascoli Piceno ed ha ricevuto un provvidenziale sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
Nessun arcano da svelare si cela nella locuzione latina che fa da sfondo a questo incontro di un'équipe di antichisti, unicamente mossi dall'intento di rendere un pio omaggio al nume sconosciuto - siue deo siue deae, avrebbero detto i nostri antichi progenitori - che abitò questa terra ancor prima che essa fosse calpestata da più o meno degni bipedi. Nella concezione religiosa degli antichi si riteneva che ogni luogo, di ogni tipo, ospitasse la propria divinità immanente, il proprio genius loci (locuzione che non per caso è tornata attuale in architettura): il grammatico Servio ci rammenta che nullus enim locus sine genio (ad Aen. 5, 85), e aggiunge poi che per lo più esso si manifesta sotto la specie di un serpente (per anguem plerumque ostenditur).
Il genius è dunque vera e propria divinità presente nel luogo che protegge, custodisce, santifica, e dove esercita un'azione speciale ed attiva su coloro che vi giungono o vi dimorano e lo sentono presente. Esso è soprattutto là dove il luogo appare notevole per bellezza di panorama, per ubertà, per ricordi mitologici e storici, oppure ha assunto una speciale importanza, effimera o duratura, per chi vi ha soggiornato più o meno a lungo. Allora l'essenza divina, la divinità che l'uomo antico nel suo panteismo sente ovunque presente, si impersona nel genius loci, che nel luogo aveva culto. Ovunque sia un credente, là primo spirito protettore ed amico a lui più vicino è il genius loci che la sua fede evoca ad animare e a santificare il luogo.
La ricerca dello spirito primigenio di questa terra, e di quello che esso ancora cerca di comunicarci, è dunque qui provvidenzialmente affidata alla pietà della storia e alla lucida empirica follia dei suoi infiniti metodi.
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07/08/2009
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