I vicini del Bar Ritrovo accusano: "Le vittime siamo noi, siamo stanchi di subire"
Sant'Elpidio a Mare | La famiglia che abita nei pressi del bar di Castellano si difende dalle accuse: "Le minacce le abbiamo ricevute noi, siamo stati anche aggrediti, ci vuole un intervento delle istituzioni, ci sentiamo prigionieri in casa nostra".
di Pierpaolo Pierleoni

Il Bar Ritrovo di Castellano
"I gestori del Bar Ritrovo hanno dimenticato di raccontare diverse cose. Non possiamo accettare di passare da carnefici, quando siamo vittime di una situazione insostenibile". A parlare è l'abitante di una casa confinante con il Bar Ritrovo di Castellano, frazione di Sant'Elpidio a Mare. Con lei, la famiglia Sciarroni, che abitò in precedenza, fino a tre anni fa, nello stesso domicilio, per poi andarsene "perchè la coesistenza con il bar accanto era diventata impossibile".
Nei giorni scorsi riportavamo la denuncia dei gestori e di diversi clienti del bar, che accusavano la famiglia vicina di gravi minacce, culminate con una pesante lite in un sabato di fine agosto, che aveva richiesto anche l'intervento di ambulanza e forze dell'ordine. Ma la versione dei fatti raccontata dai baristi è totalmente diversa rispetto a quella dei vicini. "Abitiamo in quella casa da tre anni - racconta l'inquilina - Io, mio marito e i miei due figli non viviamo più. Abbiamo dovuto subire di tutto. Io sono stata addirittura aggredita al rientro a casa, in un periodo in cui ero gravemente malata. Loro parlano, ognuno può raccontare ciò che vuole, ma io ho documenti, denunce e referti medici che confermano ciò che dico. I clienti parcheggiano costantemente davanti al cancello di casa nostra e non ci consentono neanche di rientrare in casa. Si sentono voci, grida e colpi di clacson fino a notte inoltrata. Quando chiediamo di riposare ci prendono in giro e ci insultano. Siamo diventati prigionieri in casa nostra".
La signora ricostruisce poi il sabato di agosto in cui la lite è degenerata. "Intanto non era mezzanotte, come dicono quelli del bar, erano passate le due del mattino, il verbale dei Carabinieri lo conferma perchè c'è scritto che sono intervenuti alle 2.30. Altro che minacce,mio figlio ha chiesto la cortesia di abbassare il volume, perchè volevamo riposare tranquilli. E' iniziata una raffica di insulti e minacce da parte loro. E' falso che il bar abbia iniziato a chiudere a mezzanotte, continuano dal giovedì al sabato a rimanere aperti fino anche fino alle tre e non mi sembra affatto che abbiano abbassato il volume, anzi".
Dello stesso avviso il precedente abitante della casa confinante col bar. "Mi sorprende davvero - racconta - che i baristi dicano di non aver mai avuto problemi con i vicini. Tutt'altro, la situazione va avanti da anni, anche per causa loro abbiamo deciso di andarcene. Hanno ricevuto denunce e rilevamenti Arpam che hanno accertato musica a volume ben oltre i limiti consentiti. E' ovvio che non abbiano proteste da parte di altri residenti, le case di fronte sono tutte disabitate, gli unici a subire i danni sono quelli della casa accanto. Capisco perfettamente i problemi degli inquilini attuali e conoscendo la situazione do a loro pienamente ragione".
Per chiudere, la signora rigetta ogni accusa di minacce. "Questa gente ha fatto affermazioni infamanti contro la mia famiglia.Come si permettono di dire che li abbiamo minacciati fingendo di prendere una pistola? Mai avute armi in casa nostra. Su una cosa, però, siamo d'accordo. Così non si può andare avanti e siamo noi per primi a sollecitare un intervento severo da parte delle istituzioni. Proprio in settimana avrò un incontro con il sindaco Mezzanotte e mi auguro che prenda provvedimenti per tutelare il diritto di una famiglia a vivere tranquilla. Viviamo da dieci anni nelle Marche, siamo stati per sette anni a Civitanova ed abbiamo sempre avuto rapporti tranquilli e amichevoli con il vicinato. Se la situazione qui è diventata insostenibile di certo non lo è per colpa nostra. Dove si è mai vista una famiglia che disturba un locale? Caso mai sarà il contrario".
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15/09/2009
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