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"Pd Piceno per Franceschini"

San Benedetto del Tronto | Anche nel piceno nascono dei circoli in appoggio alla candidatura di Dario Franceschini come prossimo segretario del Partito Democratico. A San Benedetto sono 3. Referenti cittadini della "mozione Franceschini" sono Margherita Sorge e l'On. Colonnella.

di Redazione

Un momento della conferenza stampa

Pd Piceno per Franceschini. Così si chiama il comitato provinciale sorto a sostegno della mozione del segretario uscente Dario Franceschini. Il Partito Democratico sambenedettese è in fermento in vista delle prossime scadenze congressuali. Una serie di appuntamenti con le urne dai quali salterà fuori il prossimo segretario nazionale dei democratici. Com'è ormai noto, oltre a Franceschini, i candidati sono Pierluigi Bersani ed Ignazio Marino.

Ecco dunque che anche nelle nostra provincia sono sorti vari comitati di iscritti in appoggio di questo o di quel candidato. Nella mattinata di martedì 15 settembre, presso il Gran Caffè Sciarra, si sono presentati i rappresentanti di Pd Piceno per Franceschini che a San Benedetto si suddivide in tre comitati. Tanti quanti sono i circoli cittadini del Pd.

A tirare le fila dei "pro Franceschini" rivieraschi troviamo Margherita Sorge, che fa parte del comitato provinciale per la mozione Franceschini. Lei e Pietro Colonnella (presente anche nel comitato regionale per la medesima mozione) sono i referenti cittadini.

Questi sono i componenti dei tre comitati che si suddividono nel Comitato di Porto d'Ascoli: Maria Grazia Ortone, Anna Rosa Cianci, Fernando Palestini, Umberto Croci, Angela Mancini, Susana Hysa. Il referente del circolo è Lorella Bovara.

Comitato San Benedetto Centro: Edy Tulli, Tonino Armata, Alfiera Carminucci, Nicolino Cameli. In questo circolo il referente è Roberto Giobbi.

Comitato San Benedetto Nord: Silvano Evangelisti, Giuseppe Cappelli, Federica Cicchi, Carla Capriotti, Vittoriano Capretti, più il referente Vicinio Liberati.

Entro i primi di ottobre ogni circolo del Pd si esprimerà sulle tre mozioni. In questa prima fase voteranno solo gli iscritti. In provincia ci sono circa 40 circoli del Partito Democratico. Una volta contati i risultati di tutti i circoli italiani si procederà alle primarie (in programma il 25 ottobre) alle quali parteciperanno le mozioni che hanno superato lo sbarramento del 5% delle preferenze nei circoli. Le primarie sono aperte a tutti. Anche i non iscritti al partito potranno parteciparvi. Si pagherà una quota di 2 Euro e si dovrà firmare una sorta di dichiarazione con cui ci si riconosce nei principi fondativi del Pd. Nelle Marche gli iscritti al partito sono circa 20mila. Nella nuova provincia di Ascoli si contano 3.500 tesserati, 600 dei quali a San Benedetto.

Per comprendere le ragioni per cui i componenti di "Pd Piceno per Franceschini" hanno deciso di appoggiare l'ex dirigente della Margherita pubblichiamo integralmente qui di seguito un documento prodotto dallo stesso comitato ed intitolato "Perché noi democratiche e democratici abbiamo scelto la mozione Franceschini":

Per il Comitato "PD PICENO PER FRANCESCHINI", non è più tempo di un'opposizione soft perché al premier da fastidio tutto ciò che disturba il manovratore, la libertà di stampa, il Parlamento, l'opposizione, perché ritiene di essere diventato il padrone dello Stato, il dissenso è per lui un ingombro. Per queste ragioni, noi, democratiche e democratici del Comitato "PD PICENO PER FRANCESCHINI" della città di San Benedetto del Tronto abbiamo scelto di sostenere la riconferma di Dario Franceschini a Segretario nazionale del Partito Democratico.

L'abbiamo fatto perché sei mesi sono un tempo troppo breve per chiudere un'esperienza così complessa come la direzione politica di un grande partito. E non crediamo che accresca il credito del PD l'immagine di un partito che rinnova e cambia i propri dirigenti troppo spesso. Peraltro in questi pochi mesi Franceschini ha dimostrato di essere un dirigente capace di scegliere, decidere e agire.

Franceschini ha sostenuto con fermezza la laicità dello stato italiano confermando il profilo chiaro di un credente laico, consapevole delle responsabilità che la politica ha nei confronti delle persone e delle loro scelte di vita.

E ci piace ricordare che (nei mesi in cui si discuteva in Italia di coppie di fatto) Dario Franceschini fu tra i promotori di un'importante lettera sottoscritta da sessanta parlamentari della Margherita con la quale, di fronte ad un appello della Conferenza episcopale italiana che chiedeva ai parlamentari credenti di uniformare il loro voto alle loro ragioni di fede, si rispose a chiare lettere che l'essere credente non può far venire meno per chi ricopra incarichi istituzionali, il dovere prioritario di essere fedeli alla Costituzione e alle leggi dello Stato.

Franceschini ha sostenuto con fermezza la scelta di costruire in Europa un nuovo campo progressista fondato sull'alleanza al Parlamento europeo tra gli eletti del Partito Democratico e gli eletti socialisti e socialdemocratici. Scelta né facile, né scontata e che Franceschini ha praticato e vissuto con coerenza e lealtà.

E in una campagna elettorale difficile e in salita Dario Franceschini ha impresso al nostro agire il profilo di una proposta concreta sui contenuti, sulle esigenze, sui bisogni dei cittadini. L'ha fatto spendendosi con generosità, passione e stabilendo un rapporto di fiducia e di simpatia con l'elettorato. E ha ottenuto un risultato che, sia pure inferiore all'esito delle elezioni politiche del 2008, non era per niente scontato, alla vigilia del voto.

Ma c'è una ragione ancora più profonda che attiene al PD, al suo carattere di casa comune dei riformisti italiani: il PD e prima l'Ulivo, lo abbiamo voluto plurale, fondato sull'incontro, la reciproca contaminazione, l'intreccio delle esperienze di giovane, giovani, donne e uomini provenienti da storie e culture diverse.

Abbiamo voluto costruire un Partito che riconoscesse il valore delle differenze e, tenendo conto dell'apporto di ciascuno, fosse in grado di creare contaminazione culturale, pensiero nuovo, identità nuova. E pure in mezzo a difficoltà, limiti, insufficienze abbiamo cominciato a costruire quel PD che per questo oggi non può e non deve essere omologato a una sola delle culture originarie che l'hanno promosso.

E Franceschini è il Segretario del superamento della fusione a freddo dei due partiti e che offre oggi le maggiori garanzie che il PD mantenga quel profilo largo, aperto e plurale che è essenziale per la funzione nazionale che deve assolvere.

E' un errore pensare che chi viene dai DS e chi viene dalla Margherita debba automaticamente scegliere un Segretario che venga dalla stessa esperienza. Dobbiamo, invece, scegliere un Segretario non guardando alle provenienze di origine, ma al progetto del Partito Democratico e alla sua identità di un partito che mescola, fonde e unisce culture e storie diverse in un progetto per l'Italia che vada oltre il passato e in cui tutti possiamo identificarci insieme.

Peraltro, proprio perché abbiamo scelto in Europa, l'alleanza a Strasburgo con i socialisti è opportuno e necessario che a gestire l'avvio di tale rapporto sia un Segretario che viene da un percorso diverso, garantendo così al PD quel profilo largo e plurale che è la ragione stessa per cui noi abbiamo voluto e fondato il Partito Democratico.

Certo, la scelta che abbiamo compiuto e che compirà chi ci accompagnerà in questo cammino, non è facile. D'altra parte non abbiamo mai scelto la nostra vita per convenienza o per comodità, né ci siamo mai chiesti se una decisione fosse facile, ma se fosse giusta e siamo convinti che sostenere Franceschini sia oggi la scelta giusta per la nostra città, per la nostra provincia, per la nostra regione, per l'Italia, giusta per il Partito Democratico e il suo futuro.

15/09/2009





        
  



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