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Di Nino Migliori le "Nature Inconsapevoli"

Castel di Lama | È dedicata al fotografo internazionale Nino Migliori e curata da Marisa Vescovo la mostra "Nature Inconsapevoli" promossa dall'associazione Seghetti Panichi di Castel di Lama, nel parco e nel borgo storico.

di Giusy Pica

Nino Migliori

Dal 19 Settembre al 1 novembre 2009, all'interno Borgo Storico Seghetti Panichi sarà possibile ammirare le opere del maestro in un percorso che si snoda fra lavori noti ed inediti, creati appositamente per l'occasione della mostra.

Negli anni cinquanta Migliori è stato uno dei protagonisti della grande stagione del neorealismo italiano e contemporaneamente si dedicava a ricerche sull'uso del mezzo e del linguaggio fotografico, arrivando a creare serie di lavori tra i quali ''ossidazioni'','' pirogrammi '', ''idrogrammi'', ovvero fotografie off-camera ricche di invenzioni personali e con risultati talora in anticipo sui piu' conosciuti episodi pittorici.

Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro ha assunto valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. La rassegna propone le ricerche sulla natura, sul paesaggio, che contemplano anche riflessioni sul tempo e lo spazio, iniziate negli anni Settanta con ''Herbarium'', passando per ''Natura Morta'' (1977), ''Naturalmente'' (1985), ''Viaggio dentro una foglia'' (1991), ''Carte ossidate'' (1996), ''Frutta e verdura'' (2006) e che si protraggono fino ad oggi con la lettura del Parco Seghetti Panichi a Castel di Lama.

Due sono gli eventi che caratterizzano l'esposizione. Il viaggio, a partire dai lavori fotografici, produzioni "sperimentali" dove la tecnica della polaroid viene rivisitata e attualizzata. L'artista mediante l'utilizzo di una punta incisoria, graffia, scava nella materia che appena impressa si lascia plasmare dal mezzo improvvisato. Fra casualità e consapevolezza si muove il lavoro fotografico, tanto il caso quanto il progetto divengono nella produzione fattori d'ispirazione. Il definivo, se di definitivo nel caso di Migliori si può parlare, emerge dalla consapevolezza degli elementi fondanti, dalla ricerca quasi antropologica che applica alla natura che lo circonda e dall'evoluzione inedita che questi fattori inevitabilmente producono. Il viaggio include nel suo percorso "Frutta e Verdura", foto concettuali che riportano lo spettatore al lirismo delle nature morte fiamminghe ed allo stesso tempo ironicamente e tragicamente ricordano la fragilità della natura che ci circonda.

Il tempo e la fragilità sono elementi caratterizzanti della produzione "Migliori", nelle polaroid scattate all'interno del parco, uno dei 64 grandi giardini italiani realizzato tra il 1875 e il 1890 da Ludwig Winter, le sensazioni emergono prorompenti, si sovrappongono a quelle antiche ma sempre presenti del parco. Il gioco di energie regala l'impressione di una natura immortale, primitiva e non ancora addomesticata.

Ma Nino migliori gioca ancora con se stesso e con il pubblico, ed ecco l'istallazione all'interno della cappella, "Dal 1977 Nino Migliori Frutta e Verdura", l'effetto estetizzante passa in secondo piano, lasciando spazio al pensato e al realizzato. Fotografie di frutta e verdura ordinatamente deposte in vere e proprie cassette nella costruzione pragmatica ma non troppo, di un ipotetico quanto decontestualizzato banco ortofrutticolo.

Il percorso amarcord nel processo artistico si conclude con "il magico mondo di Ludwig Winter", libro d'artista che Migliori ha realizzato ispirato dal meraviglioso giardino settecentesco di Villa Seghetti Panichi. Un volume composto da 21 polaroid elaborate in tempo reale secondo la tecnica polapressure, che sono state successivamente distaccate ed applicate su lamina dorata.

Il libro, simbolicamente avvolto da una copertina di piombo, ci presenta un giardino alchemico ove è già avvenuta la trasformazione. Il passaggio dalla fisicità della terra alla evanescenza dell'aria fino a raggiungere lo stato di perfetta armonia è interpretato anche grazie alla raffigurazione di piante destinate al benessere dell'uomo. L'opera è una traduzione immaginaria che rilegge il suggestivo parco carico di valenze bioenergetiche trasfigurandolo in una lettura poetica di immagini sognate. Il volume sarà esposto per il periodo della mostra al terzo piano della Dimora Storica al quale si accederà su richiesta con prenotazione e soltanto in visita guidata.

19/09/2009





        
  



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