Dal Dott. Luigi Cava del Popolo della Libertà riceviamo e pubblichiamo:

Che i sambenedettesi siano ormai abituati da decenni ai sistematici allagamenti che interessano la propria città ogniqualvolta vi siano consistenti precipitazioni piovane, è un dato assodato, ma che si debba constatare che pure quelle zone sulle quali sono stati realizzati interventi manutentivi lunghi e costosi si creino vere e proprie lagune, come è accaduto nei giorni scorsi, è qualcosa di irritante e sconcertante.

Prendo ad esempio l'area del pontino della ferrovia sito in Via Voltattorni (vedi foto), ove per mesi i residenti ed i titolari di attività commerciali hanno dovuto convivere con la chiusura del traffico necessaria per i lavori. E' a dir poco scandaloso che la sopportazione di tali e tanti disagi non sia confortata da una reale sistemazione del problema delle fognature. Trovarsi in zona, dopo una seppur intensa pioggia, e vedersi impossibilitati a transitare per un allagamento a dir poco cospicuo, genera indignazione e, sia consentito, anche qualche interrogativo.

Ad esempio, essendo visivamente incontestabile l'inefficacia dell'intervento manutentivo realizzato, essendo tale inefficacia provata da un atto documentale evidente quale la fotografia del "luogo del misfatto", resta da chiedersi chi risponderà dello sperpero di danaro pubblico che alcun risultato ha prodotto a beneficio della collettività.

Come tollerare la pignoleria con la quale si pretende la messa a norma delle strutture dei privati (titolari di chalet, albergatori, negozianti, ristoratori etc...) quando un soggetto pubblico come il Comune, che spende soldi pubblici versati dal contribuente, produce scempi come quello in oggetto?

C'è da attendersi un comportamento attivo per il recupero del danaro speso invano, oltre che per l'individuazione delle responsabilità di chi si è occupato direttamente o indirettamente dei lavori.

Mi auguro che l'attuale Amministrazione provveda a fornire risposte concrete, tenendo conto che i soldi pubblici non sono "soldi di nessuno" bensì il frutto del sudore della fronte di ciascun sambenedettese.