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Quando i Santi venivano dal mare

San Benedetto del Tronto | Si era nel 304 d. C. quando imperversavano le persecuzioni contro i cristiani cui gli editti dell'imperatore Diocleziano avevano dato nuovo vigore. Di tali persecuzioni cadde vittima il giovane soldato romano di stanza nella Civita Cuprense...

di Benedetta Trevisani

Premessa

Il 10 ottobre, alle ore 10,30 nell'Auditorium comunale, il Circolo dei Sambenedettesi in collaborazione con l'Amministrazione comunale ha dato il via ai festeggiamenti al Santo con "Benedetto, il Santo venuto dal mare", un percorso di immagini pittoriche di sorprendente impatto cromatico selezionate da Franco Tozzi dal libro "Vele al Vento" di Pirò. Le immagini, dedicate al martirio del Santo, alla vita sulle paranze e alla tromba marina chiamata Sciò, sono state accompagnate da commenti e letture di Gabriele Cavezzi, Pietro Pompei e Giancarlo Brandimarti.

C'era una volta ... E' l'inizio delle favole e rimanda ad un tempo fuori dalla storia dove si collocano gli eventi sottratti alla legge della transitorietà che porta ogni accadimento ad essere via via superato. Questa dimensione fuori dal tempo, che è propria delle favole e delle leggende, non riguarda però Benedetto, il Santo Patrono di cui il 13 ottobre si celebra la festa.

Rimanda a questo giorno autunnale la memoria profonda del martirio del giovane soldato romano, che ha attraversato i secoli conservandosi intatta fino al nostro presente. Oggi anzi più che mai rivitalizzata ad opera delle istituzioni civili e religiose che fanno argine al clima di dissoluzione identitaria favorito nella nostra epoca da distrazione, disinteresse o incultura.

Si era nel 304 d. C. quando imperversavano le persecuzioni contro i cristiani cui gli editti dell'imperatore Diocleziano avevano dato nuovo vigore. Di tali persecuzioni cadde vittima il giovane soldato romano di stanza nella Civita Cuprense che, convertitosi al Cristianesimo, rifiutò di rinnegare la sua fede pagando con la vita una scelta di coerenza e lealtà. Fu decapitato e gettato nel fiume Menocchia che trasportò i suoi resti al mare. Le correnti marine condussero testa e corpo all'approdo sul nostro litorale dove fu trovato da un contadino che lo raccolse, lo ricompose e lo condusse sul colle frontaliero per una dignitosa sepoltura.

Questo per sommi capi il nucleo narrativo intorno al quale si è ricostruita una storia: la storia del Santo Martire che ha dato il nome all'insediamento abitativo venutosi a raccogliere intorno alla sua tomba. Un toponimo che concorre a garantire la verità dell'inizio, anche se poi la grande lontananza dall'evento originario sfuma i contorni della realtà, consentendo di arricchirla di sfumature e interpretazioni diverse.

Questa del resto è la sorte dei miti fondativi, dove mito non sta per favola o leggenda, ma per quel nucleo essenziale delle origini che nel tempo prende forma articolata per corrispondere ai sentimenti e alle aspirazioni dei singoli e della collettività. Nel nostro immaginario il Santo ha assunto le fattezze della statua esposta nella chiesa a Lui intitolata che lo rappresenta nell'aspetto di un giovane bello e mite, nonostante l'abbigliamento da miles romano.

Il nome di Benedetto, che lega la sua storia alla storia del luogo tombale, intorno al quale è poi sorta la nostra città, si è perpetuato nell'onomastica cittadina riproponendosi costantemente fino ai nostri giorni con una ricorrenza declinata sia al maschile che al femminile. Segno di riconoscimento e di identificazione. Ma l'anello di congiunzione più forte tra Benedetto e la città resta il mare.

Su quello stesso mare, che secondo la tradizione ha restituito il corpo del Santo condotto dai delfini, si è fondata la storia di San Benedetto: un fondamento instabile, come ha dimostrato ancora una volta - proprio in questi giorni - la morte di un nostro pescatore scomparso tra le onde del mare in tempesta. Si tratta tuttavia di un fondamento duraturo, nonostante la sua pericolosità, capace di conservare nel tempo un sentimento della vita che dal mare trae il suo alimento adattandosi alle situazioni della storia nel percorso di crescita della nostra città.

L'immagine del Santo e meglio ancora il suo exemplum restano nella Chiesa del Paese Alto a disposizione di chiunque, per necessità spirituale e bisogno esistenziale, voglia ispirarsi a Lui per un progetto di vita. Lo hanno fatto in tanti in una dimensione intimistica coltivata nel privato.

Ma lo ha fatto in un'offerta pubblica Federico Contessi che ha costruito per San Benedetto, suo protettore, una chiesa moderna inaugurata nel 1997 a Mar del Plata, in Argentina, con la partecipazione di una delegazione sambenedettese. Così ha fatto anche il Dr. Giuseppe Romani in "Benedetto", il suo romanzo bello e concettualmente molto denso, che fu illustrato alla città il 20 dicembre del 2007 nell'ambito di una presentazione pubblica a puro scopo culturale e divulgativo. Così aveva già fatto nel 1997 Pino Rosetti pubblicando "Vele al Vento", un bellissimo libro di immagini pittoriche che coniugano la storia del Santo Martire alla storia del nostro mare.

Dal libro di Pirò il Circolo dei Sambenedettesi ha derivato "Benedetto, il Santo venuto dal mare", un percorso di immagini pittoriche molto significative proposte alla città il 10 ottobre per un evento di grande coinvolgimento cui hanno presenziato Il Sindaco e il Vescovo (come da foto). Il filmato, poi presentato con successo agli alunni della scuola elementare "A. Marchegiani", sarà portato anche nelle altre scuole della città.

15/10/2009





        
  



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