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Lettera dal Brasile più povero

San Benedetto del Tronto | Non è vero che i poveri sono felici. Nei loro occhi ho visto sempre molta tristezza e disperazione. La povertà se viene subita non libera ma schiavizza.

Don Francesco Ciabattoni in missione

Riceviamo dall'Amazzonia una lettera di Don Francesco Ciabattoni che volentieri pubblichiamo:

Cari amici come sapete sono in Brasile e tra qualche giorno sarò in Italia. La mia è stata un' esperienza straordinaria. Nonostante conosca bene quei posti, è dal 1995 che vado ogni anno, resto sempre toccato dalla povertà e dalla dignità della gente. Essi si trovano situazione di povertà quasi come in alcune zone dell'Africa: fame, tante malattie, malaria, febbre gialla, mancanza di strutture, di cultura, della scuola, degli ospedali.

Quando si visitano le famiglie si resta disarmati. Dopo un dialogo sulla loro situazione, quasi sempre chiedo alle persone: come fate a vivere? La risposta non arriva se non dal fatto che riescono ad andare avanti non senza malattie, sofferenze, disperazione. Non è vero che i poveri sono felici. Nei loro occhi ho visto sempre molta tristezza e disperazione. La povertà se viene subita non libera ma schiavizza. Nello stesso tempo ho incontrato dei fiori meravigliosi nello sterco della miseria. SI ho trovato uomini e donne che si dedicano con amore ai poveri vivendo con loro e come loro. Se la chiesa ha molti volti, non vorrei esagerare, ma questo è il volto migliore.

Il centro di volontariato e il lavoro con i bambini adottati. Ho vissuto tutto il resto del periodo al centro della Croce del Sud stando con i bambini. Ogni giorno vi sono due turni: uno al mattino e l'altro il pomeriggio. I bambini sono divisi in tre gruppi secondo l'età. E' stata una esperienza veramente bella vedere i bambini che con tanto calore mi hanno accolto. Si vede che non ricevono carezze ed abbracci nelle loro case. Non è per mancanza di affetto ma ognuno di loro ha almeno sei fratelli. Come può la mamma badare a loro e dimostrare anche amore? Il padre di solito non c'è. Quando sono andato via tutti piangevano e mi stringevano a loro. Un particolare mi ha colpito: quando il pranzo prevede anche la carne, rimane quasi sempre sul piatto. Ho chiesto spiegazioni.

Mi hanno risposto che non essendo abituati a mangiarla, per loro è qualcosa di sconosciuto e misterioso che neanche provano... Una bambina, sabato 24 ottobre, arriva al nostro centro, ha 6 anni. Ad un certo punto si ritrova da sola in un angolo a piangere. Cerco di consolarla, capire cosa ha. Provo: "ti hanno picchiato, i tuoi compagni ti hanno dato fastidio, hai litigato con tua madre, ti fa male qualcosa? Lei piangeva e non rispondeva se non con la testa. Ad un certo punto con le lacrime agli occhi mi dice: ho fame! E' da ieri che non mangio. Da quando era venuta al centro.

Un'altra bambina, il venerdì prima. Vedo che non termina di mangiare. Lascia metà del suo cibo sul piatto. Chiama la sorella che non è adottata da noi ed fuori a guardare, forse di qualche anno più grande. E la fa mangiare sul suo piatto. Vado a chiedergli com'è che non avesse fame e perchè non finisse la sua porzione. Mi risponde. Certo che ho fame, ma mia sorella non mangia nulla se non quello che gli do io adesso. E di queste storie se ne vivono tante soprattutto quando si visitano le case.

Se nel centro i bambini sono ben vestiti, mangiano un pasto al giorno, studiano e giocano e ricevono l'amore dei volontari, quando vanno a casa sono abbandonati a loro stessi. Dovreste vedere l'acqua che bevono, che non berrebbero neanche i nostri animali. Sono gli stessi bambini a prenderla e portarla dal fiume o dal pozzo. Ad un bambino adottato, il padrino ha regalato delle bellissime scarpe rosse. Sono andato a trovarlo a casa. Intanto mi sono commosso perchè ho visto sopra la porta di casa la foto del padrino e della madrina. Lui ha sei fratelli tutti più piccoli da 1 anno a 8 anni.

Ebbene le scarpe erano nascoste. Gli chiedo perchè non le indossa. Non ti piacciono? Mi risponde sono così belle che ho paura a rovinarle. Le teneva come un oggetto da guardare. La madre con sei figli non può lavorare. Il padre va a pesca, fortuna che mangiano un poco di pesce. La casa fino a qualche mese, prima del nostro intervento, era composta dalla sola parte avanti. Non aveva nè tetto nè pareti laterali. Sembra assurdo ma è così...

Questi sono i nostri bambini adottati. Incontro con i volontari Il grande frutto del nostro lavoro è proprio la formazione dei nostri volontari. E' commuovente vedere ragazze come Rutilene che è stata tra le prime adottate dieci anni fa, oggi ha 16 anni ed è una nostra volontaria. Lavora con i nostri bambini, riordina, pulisce. Gli ho chiesto: perchè sei voluta diventare volontaria della Coce del Sud? Mi ha risposto:"In questi anni ho ricevuto tanto dalla Croce del Sud. Oggi voglio dare quello che ho avuto" Non ha né padre nè madre. Ma è stupenda. Vi farei vedere come sta con i bambini... Ho tante cose da raccontare e video da farvi vedere. Vi aspetto venerdì 13 novembre a Monteprandone.

Iniziamo la Nona Campagna "Natale senza fame". Alle 20 nella chiesa Madonna della Speranza celebreremo una Messa Missionaria salutando e dando il mandato missionario ai tre volontari che partiranno per la missione di Breves. Alle 21 la cena di beneficenza all'Hotel San Giacomo - costo 20 euro Presentazione della Campagna Natale senza Fame - apertura raccolta fondi Promozione del progetto adozione a distanza Presentazione esperienza di volontariato Sono poche cose quelle che facciamo ma vale la pena farle. Possono partecipare tutti. Spargete la voce e coinvolgete i vostri amici.

Un Caro saluto
 Don Francesco
Direttore del Centro Missionario
Presidente della Croce del Sud

29/10/2009





        
  



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