Incontro con la giornalista Grazia Mandrelli all'ITC
San Benedetto del Tronto | La responsabilità, le emozioni e i miei diritti all'Istituto "Capriotti"
Grazia Mandrelli
E' il primo messaggio della giornalista che, affrontando il tema del linguaggio spesso licenzioso dei media, fa un mea culpa per la categoria. Del resto che senso ha titolare "Rom uccide un italiano"? Sono semplicemente due uomini, l'uno vittima, l'altro carnefice. Non è l'origine etnica a farne tali. Dal tema della violenza scaturisce il problema dei fenomeni di bullismo e di microcriminalità giovanile.
Il tema della responsabilità e dei diritti viene così sviscerato in ogni suo aspetto e coinvolge il pubblico giovanile in una profonda auto-riflessione: il diritto di denunciare le violenze, ma anche il dovere di farlo; il ruolo dei media e la veridicità degli stessi.
Il richiamo ai fenomeni di bullismo ha messo in evidenza come esso non sia necessariamente associabile a fatti eclatanti ma vive nella quotidianità, ignorato dai più, vissuto dalle vittime con sofferenza. Sono i casi di bullismo "psicologico" da parte del branco, forse il più iniquo poiché non fa notizia ma distrugge l'animo di chi lo vive, è il caso del mobbing giovanile che genera abusi psicologici, angherie, vessazioni, , emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione e che si consuma anche nelle aule scolastiche.
E' l'emarginazione del più debole, del più educato, del più timido. E' al senso di responsabilità e alla consapevolezza di essere soggetto di diritti e quindi di doveri, fra quali anche quello di denunciare, che fa appello la professionista. Come mette in allerta contro le trappole del web e sottolinea la necessità di leggere la notizia contemporaneamente su testate diverse poiché dice "una vostra idea sarà sicuramente migliore di quella che potrete leggere".
E' la libertà del pensiero. Alla domanda che cosa vorreste leggere, la risposta è stata: meno politica e più attualità, meno notizie che esaltano i fatti negati che coinvolgono gli adolescenti ("perché noi non siamo quelli") e più notizie positive sui giovani, su quello che fanno ogni giorno. Sì, quindi, vogliono essere protagonisti ma in positivo. Il dibattito si è chiuso con la domanda: quanto si guadagna? L'esperta ha risposto con l'unico modo in cui potesse essere fatto: "poco, ma è un bel mestiere".
Scegliere un lavoro anche perché ci si crede e non solo perché ci si guadagna. Un messaggio quanto mai importante per i ragazzi, che soprattutto in un periodo di crisi generale (economica, valoriale) debbono poter guardare al futuro con gli occhi di una speranza che non poggia solo sulla quantità e il successo, ma sulla qualità dell'esistenza, e questa non è assicurata dal denaro, anche se il diritto al lavoro è un diritto alla dignità.
"Quello del giornalista è sicuramente un bel mestiere perché vi racconta delle storie, quelle che accadono nella vita" assicura la dottoressa Mandrelli, e continua "Alcuni pezzi di "cultura sono dei veri piccoli lavori di letteratura, senza dimenticare il grande valore del Giornalismo d'inchiesta in difesa della verità e dei valori umani e civili".
Il pensiero della giornalista è poi andato ai tanti colleghi morti per amore del loro lavoro, per amore della verità e della giustizia. L'incontro con la giornalista rientra nel progetto "La responsabilità, le emozioni e i miei diritti", promosso dall'Ufficio Scolastico Provinciale di Ascoli Piceno con il supporto finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno ai quali va l'espressione di profonda gratitudine da parte della dirigente Elisa Vita per l'importante occasione di crescita data alla Comunità dell'ITC "A. Capriotti".
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26/11/2009
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