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Il bombardamento della città del 27 novembre 1943, il ricordo del Sindaco

San Benedetto del Tronto | Gaspari:"Quel giorno morirono 18 persone, la città fu devastata, come scrive lo storico Ugo Marinangeli, con profonde ferite "sul suo tessuto connettivo di paese marinaro lanciato verso la prospettiva di città moderna".

Giovanni Gaspari

Il 27 novembre cade il 66° anniversario dal più devastante dei circa 100 bombardamenti aerei e navali che la città subì durante la seconda guerra mondiale. Morirono 18 persone, la città fu devastata, come scrive lo storico Ugo Marinangeli, con profonde ferite "sul suo tessuto connettivo di paese marinaro lanciato verso la prospettiva di città moderna". In migliaia sfollarono verso i centri vicini: voglio ricordare con gratitudine particolare la vicina cittadina di Acquaviva Picena, dove trovarono ospitalità, secondo i dati ufficiali, oltre 4300 sambenedettesi su un totale di circa 14.000 che dovettero lasciare le loro abitazioni. Una massa enorme per le capacità del piccolo centro, purtuttavia la mano tesa degli acquavivani non mancò mai e fu determinante per superare quel tremendo frangente.

Ritengo doveroso ricordare questo anniversario non solo perché tra gli obiettivi che l'Amministrazione si è posta c'è quello prioritario di tenere viva la memoria collettiva degli eventi e dei personaggi che hanno segnato tappe fondamentali della storia della Città, ma anche perché è importante non far cadere nell'oblio questi fatti in una fase storica come quella attuale, in cui sembra che le conquiste di pace, civiltà, progresso di cui stiamo beneficiando siano fatti acquisiti, quasi dovuti.

È importante allora ricordare che poche decine di anni fa, non secoli, il solo pensare ad una convivenza civile e pacifica, avendo a disposizione tutti i servizi essenziali a garantire una decorosa qualità di vita, era un'utopia, o meglio la massima aspirazione per migliaia di persone. E che per trasformare quel desiderio in realtà è stato necessario il sacrificio di tantissime persone, una lotta durissima e senza sconti con una dittatura che aveva stretto alleanza con il peggior regime dispotico e inumano che la storia contemporanea abbia conosciuto.

Eppure quella che sembrava una lotta impari è stata vinta, e se oggi viviamo in un Paese prospero pur in presenza di una forte crisi economica, lo dobbiamo ai nostri concittadini, ai 9 sambenedettesi uccisi dai tedeschi, ai nostri 69 caduti nell'adempimento loro servizio alla Patria e anche a quei 30 concittadini che complessivamente perirono sotto le bombe della seconda guerra mondiale, colpevoli soltanto di essere vissuti in un periodo così infelice.

26/11/2009





        
  



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