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Maroni: "Fermate treni soppresse, bisognava muoversi prima"

Ascoli Piceno | "Speriamo almeno che da questa nuova sconfitta per il territorio piceno chi lo amministra tragga un doveroso insegnamento a muoversi per tempo rivolgendosi agli interlocutori giusti per evitare che si chiuda la stalla quando i buoi sono oramai fuggiti".

Ubaldo Maroni

Riceviamo da Ubaldo Maroni:

Seguo sugli organi di stampa le dichiarazioni che si accavallano in queste ore in merito al "misterioso" taglio di numerose fermate di treni a lunga percorrenza alla stazione di S. Benedetto.

Avrei voluto astenermi dall'intervenire su un argomento che ho seguito per anni come Assessore provinciale ai trasporti ma, dinanzi al perdurare di certi silenzi, agli interventi tranquillizzanti di qualcuno e ai lamenti "a posteriori" di qualcun altro, non posso esimermi dal ricordare che certi risultati si ottengono seguendo giorno per giorno l'evolversi dei problemi, coltivando le relazioni, facendo avvertire la propria presenza nelle sedi giuste ogni qual volta si profila all'orizzonte una potenziale minaccia per lo sviluppo del territorio.

E' proprio grazie a questa attività costante, quotidiana, che nella passata legislatura la Provincia, con il supporto determinante del precedente referente del Piceno in Regione, l'on. Agostini, non solo riuscì a scongiurare tagli delle fermate che anche allora si annunciavano pesanti, ma addirittura ottenne l'istituzione di nuove corse.

Ed è proprio grazie alle relazioni allacciate in quell'epoca, e di cui evidentemente presso Trenitalia si conserva un buon ricordo, che devo purtroppo confermare che esiste il fondato pericolo che la stazione di S. Benedetto, con il nuovo orario invernale in vigore dal 13 dicembre, sarà penalizzata con la soppressione di fermate di treni a lunga percorrenza strategici per i collegamenti con il Nord e il Sud d'Italia.

Per esempio, tra gli altri tagli mi auguro che non ci siano gli indispensabili Eurostar 9764 Bari - Milano delle 14,27 e 9767 Milano - Taranto delle 17,28.
Invocare tavoli, rivolgere appelli può forse servire ad avere un po' di visibilità ma non certo a cambiare lo stato delle cose. Tra l'altro, mi chiedo perché la mannaia colpisca così duramente ancora una volta il sud delle Marche lasciando quasi indenne la parte settentrionale della Regione.

Speriamo almeno che da questa nuova sconfitta per il territorio piceno chi lo amministra tragga un doveroso insegnamento a muoversi per tempo rivolgendosi agli interlocutori giusti per evitare che si chiuda la stalla quando i buoi sono oramai fuggiti.

02/12/2009





        
  



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