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Il sindaco Gaspari risponde alle dieci domande sulla cassa di colmata

San Benedetto del Tronto | Domani in Regione tutti i Comuni costieri per esaminare il problema dell'erosione marina e individuare soluzioni unitarie, e i quesiti posti a suo tempo dal "Comitato di difesa della Costa Picena" in merito alla cassa di colmata.

di Giovanni Gaspari*

Giovanni Gaspari

Prendo spunto dalla convocazione indetta dalla Regione per domani, 19 gennaio, ad Ancona, di tutti i Comuni costieri per esaminare il problema dell'erosione marina e individuare soluzioni unitarie, per tornare sui quesiti posti a suo tempo dal "Comitato di difesa della Costa Picena" in merito alla cassa di colmata.

Mi rammarico per il tempo trascorso dal momento in cui i quesiti furono posti, ma ora li rileggo più attentamente e non posso non notare la loro formulazione in chiave retorica, o meglio che presuppone risposte che gli estensori si sono già dati.

Proverò a dare risposte chiarificatrici ma un fatto mi preme sottolineare: il Sindaco è per legge la massima autorità sanitaria del Comune e il sottoscritto, per rispetto della norma ma soprattutto per sensibilità personale, è il primo ad essere attento a che non vi siano rischi per la salute pubblica nelle attività che si svolgono sul territorio comunale.

1) Mi risulta che vi siano altre esperienze di casse di colmata in località a vocazione turistica (a pochi chilometri da Venezia, ad esempio, c'è Marghera), peraltro in condizioni ambientali infinitamente più precarie (basti pensare alle industrie chimiche di quell'area).
2) Ricordo che il Parco Marino del Piceno si presenta come il primo esperimento di area marina protetta in ambiente fortemente antropizzato, con tutto ciò che comportano le connesse attività umane. Bisogna contestualizzare i problemi.
3) Sì, so anche che i Comuni non fanno le leggi ma le applicano e comunque abbiamo il dovere di affidarci totalmente alla competenza dell'Ente pubblico deputato a vigilare sulla tutela ambientale, cioè l'ARPAM.
4) Io so che grazie alla cassa di colmata è stato possibile realizzare nel 2008 l'escavo del bacino portuale e il ripascimento della spiaggia con la sabbia compatibile. Senza cassa, si sarebbe proseguito a fare come prima, quando le sabbie estratte dal porto e non compatibili con il ripascimento si rigettavano in mare a poche miglia dalla costa.
5) Ripeto che nutriamo piena fiducia nei tecnici dell'ARPAM che agiscono non solo nel rispetto delle norme ma anche con la coscienza di pubblici funzionari che operano in un settore così delicato. D'altronde le successive analisi sia dell'acqua attinta per gli usi del mercato ittico sia quelle, condotte dall'Università di Camerino, sul pescato, sui sedimenti, e sulle colonne d'acqua soprastanti, hanno dato come noto risultati assolutamente confortanti. E' il risultato che conta.
6) Ho visto quelle immagini, ho verificato con i tecnici che mi hanno assicurato che si trattava di residui sfuggiti alla prima selezione avvenuta alla fonte, cioè al momento della estrazione dal porto di Senigallia, e che comunque si era provveduto a rimuoverli. Non ci sono state lesioni al rivestimento della vasca, come hanno avuto modo di constatare anche gli organi ispettivi di vari Organismi pubblici, intervenuti dopo le solerti segnalazioni del Comitato.
7) Nessuno ha mai detto che l'area che si ricaverà dall'inertizzazione della vasca costituirà parte del futuro terzo braccio del porto: si è detto che sarà un piazzale a servizio delle banchine.
8) Il terzo braccio è contemplato nel piano regolatore del porto adottato nel 1968 e approvato nel 1985, quindi è vigente. La cassa di colmata non è affatto abusiva, avendo tutte le autorizzazioni di legge.
9) Nessuna segnalazione è pervenuta in merito a presunti sversamenti né, ripeto, se ne riscontrano effetti nelle tante analisi sin qui effettuate sulle acque. Quanto al monitoraggio della fascia costiera, ho già riferito delle indagini affidate proprio all'Unicam.
10) La risposta sta nella convocazione di domani ad Ancona. A quanto mi risulta, poi, proprio la regione Marche, nel proporre le soluzioni all'erosione costiera, si avvale, tra gli altri, delle competenze del LIC del Politecnico di Bari.

Mi sia concesso di aggiungere che a breve inizieranno i lavori di inertizzazione della vasca e quindi della sua asfaltatura. La città e l'area portuale disporranno di un nuovo spazio polifunzionale, sul cui migliore utilizzo ci confronteremo con la Capitaneria di Porto, il cui Comandante non mi stancherò di ringraziare per la collaborazione sempre dimostrata per ogni iniziativa che vada nella direzione dello sviluppo della città.

A quel punto, ne sono convinto, di queste polemiche, a cui peraltro sono state date in più occasioni (commissione consiliare aperta, incontri pubblici, dibattiti televisivi, ecc.) adeguate risposte dall'Amministrazione e dal Genio Civile titolare dei lavori, non resterà che uno sgradevole ricordo.

*Sindaco di San Benedetto del Tronto

18/01/2010





        
  



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