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Letteraria. Pubblicata da Editori Riuniti una nuova rivista culturale

San Benedetto del Tronto | La rivista intende rivolgersi a quel pubblico “sensibile e interessato”, che esiste nonostante il generale contesto di decadenza, “colmando il vuoto d’ iniziative della sinistra sul fronte della cultura”.

di Maria Teresa Rosini

Venerdì 26 febbraio è stato presentato presso il caffè Florian di San Benedetto il secondo numero di Letteraria, rivista semestrale di letteratura sociale da Editori Riuniti, che ha iniziato le sue pubblicazioni nel maggio del 2009.
Stefano Tassinari, scrittore e autore di testi teatrali radiofonici e televisivi e direttore della rivista, Mario Dondero fotografo e fotoreporter che vi collabora, Pacifico D'Ercoli dell'Associazione culturale Altidona Belvedere, hanno esposto al pubblico presente i contenuti e gli obiettivi che questa nuova pubblicazione intende promuovere.

Rilanciare il ruolo della cultura come strumento di lettura della realtà politica e sociale del nostro paese, raccoglierne e divulgarne le istanze più autentiche, offrire nuovi strumenti di analisi e nuove prospettive e recuperare la memoria storica del nostro passato, rappresentano necessità urgenti per far fronte ad un presente di avvilente omologazione e scadimento della vita culturale e ad un disimpegno generalizzato che ha costituito una tendenza purtroppo di lungo periodo.
La rivista intende allora rivolgersi a quel pubblico "sensibile e interessato", che esiste nonostante il generale contesto di decadenza, "colmando il vuoto d'iniziative della sinistra sul fronte della cultura".

Tassinari ci tiene a sottolineare il compito divulgativo che la rivista intende assumere su diversi fronti nei confronti di chi avverte il bisogno e l'inquietudine di volersi interrogare e confrontare sul passato e sul presente del paese.
Sul fronte, ad esempio, della riflessione sull'integrazione culturale degli stranieri che nel primo numero (maggio 2009) si concretizza nell'espressione "il bianco e il nero" coniugando il discorso sulla diversità e il nostro rapporto con essa con l'utilizzo dei due colori in una connotazione letteraria (romanzo "bianco" e romanzo noir) per sottolinearne le relazioni circa la loro efficacia nel parlare di un "sociale" che sembra aver smarrito nel tempo la possibilità di essere acutamente rappresentato dalla letteratura.

Su quello relativo all'esigenza di riportare il mondo del lavoro all'attenzione culturale e letteraria (oggetto del secondo numero della rivista) dato che negli ultimi decenni esso sembra essere stato dimenticato nel suo significato e ruolo sociale.
Su quello, ancora, della riscoperta di importanti autori del passato, troppo precocemente "rimossi" dai nostri orizzonti culturali e che invece hanno investigato e rappresentato aspetti della realtà e problemi affatto superati in questa contemporaneità che consuma prodotti culturali spesso di dubbio valore e che altrettanto rapidamente li digerisce il modo acritico. E allora Osvaldo Soriano e Haroldo Conti, Julio Cortazar e Boris Vian, il nostro Giovanni Arpino vanno assolutamente riportati all'attenzione del pubblico per la particolare corrispondenza che i temi da loro affrontati possono trovare nei contesti attuali cui possono fornire visioni di più ampio respiro.

Anche la scienza, aggiunge Tassinari, rappresenta un aspetto non trascurabile del presente che non ha trovato e non trova sufficiente attenzione nella letteratura italiana. Il rapporto dell'uomo con la scienza e la tecnologia è invece oggi quotidiano e pervasivo e suscita interrogativi di varia natura che vanno investigati come, per fare un esempio, quello relativo al rapporto tra evoluzionismo e neocreazionismo.

Nella rivista assumerà un' importanza non solo documentaria la fotografia, strumento comunicativo peculiare e prezioso per integrare il discorso sulla realtà attuale e sul suo rapporto con il passato.

E' necessaria insomma, conclude Tassinari, una "riscossa" che veda la cultura ancora protagonista del discorso sulla società e la politica, la "riapertura del grande laboratorio politico e culturale di questo paese".
E la rivista si propone di essere "un sasso lanciato in uno stagno", in grado di provocare un movimento di cerchi concentrici verso chi sarà pronto ad intercettarne contenuti e modalità comunicative.

01/03/2010





        
  



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