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Un'onda per il Ballarin

San Benedetto del Tronto | Presentazione del Progetto da parte del "Comitato per la riqualificazione dello Stadio F.lli Ballarin"

 

Oggi 17 aprile 2010, il Comitato per la Riqualificazione dello Stadio F.lli Ballarin, costituitosi nell'agosto del 2007, giunge a un momento importante del suo percorso.
Del Comitato è Presidente Roberto Brancaccio, Massimiliano Napolitano il portavoce.

Dalla presentazione della nostra idea alla città e all'amministrazione, alla raccolta di firme a sostegno di tale iniziativa, all'incontro del luglio 2008 svoltosi presso la sala della Civica Residenza unitamente alle altre parti interessate, i nostri intenti sono sempre stati chiari e inequivocabili: la conservazione della memoria storica della Sambenedettese Calcio 1923 e la salvaguardia a uso pubblico di un sito che è un pezzo di storia di San Benedetto del Tronto, area da troppo tempo lasciata a un lento e inesorabile oblio.

Da nativi non possiamo dimenticare quale fonte di aggregazione sociale sia stato questo Stadio per tante generazioni di sambenedettesi, né tantomeno perdere il ricordo della Storia che si è scritta e tramandata su questo campo, che insieme alla sua squadra e al suo pubblico, unico, ha rappresentato il biglietto da visita della città per decenni.

L'iniziale idea di ristrutturare la curva sud per ospitare il museo storico della Samebenedettese Calcio 1923 e dello sport cittadino è evoluta in "Un'Onda per il Ballarin".

Il nome stesso di tale studio progettuale ha insito il legame che questa città ha per vocazione con il mare, vincolo chiaramente ripreso ed evidenziato dalle sue linee architettoniche.

Questa proposta, consentirebbe alla nostra comunità di dotarsi di una struttura a uso pubblico, per poter dar voce alle innumerevoli istanze delle associazioni e dei comitati, che da troppo tempo anelano un luogo con queste caratteristiche, spazio indispensabile per la crescita culturale e sociale.
Tale scelta colmerebbe un vuoto fin troppo evidente per una città che ha ambizioni di sviluppo rivolte al terzo millennio.

Tutto ciò si è reso possibile oltre che per l'impegno di questo comitato, per la fattiva opera dell'ideatore, arch. Mirco Assenti, del coordinatore tecnico ing. Andrea Marinangeli e dello studio Matic Animation di Marco Consorti e Simone Fazzini, ai quali esprimiamo tutta la nostra stima e gratitudine.

Gli autori di questa idea progettuale, unitamente al comitato, fanno dono dell'elaborato alla città, con la speranza che questo suggerimento serva da sprone per una futura scelta rivolta in tale direzione.

L'Idea Progettuale 

Il Comitato Ballarin ci ha invitato a proporre un'idea progettuale tesa al recupero dell'area preservando la memoria storica di questo luogo che ha segnato il periodo più importante della Sambenedettese calcio.

Oggi di quello stadio e della fossa dei leoni non resta che un blocco di cemento armato in stato di degrado avanzato che rappresenta più una ferita della città che un luogo di memoria storica collettiva.
L'idea di lasciare in piedi una porzione di questa struttura è sicuramente affascinante ma secondo noi non percorribile. Lo stadio da un punto di vista urbanistico rappresenta un vero e proprio punto di discontinuità tra due città. L'idea di base è quindi di trasformare una barriera di cemento armato in un punto di unione che riconnetta i due territori comunali sul loro versante predominante che è quello della spiaggia e del mare.

La scelta progettuale verte sulla demolizione e sulla decostruzione e non su una nuova edificazione; un' architettura che tolga cemento e ridia spazio, aria, acqua e verde alla città e restituisca un luogo ai sambenedettesi.
Noi abbiamo ricreato in questa area un nuovo "parco urbano" che riunisca i temi più cari ai cittadini (le onde e il mare, il porto e i suoi pescherecci, il lungomare e la fascia costiera).

Sul versante ovest abbiamo inserito delle onde di terra e verde che oltre a schermare la carreggiata stradale, offrono a seconda dell'onda che si vuole cavalcare scorci diversi della città e consentono di sopravanzare con lo sguardo i capannoni costruiti in adiacenza alla spiaggia. Lo scopo è quello di creare infiniti punti di vista all'occhio dell'osservatore che in un continuo saliscendi può abbracciare con lo sguardo il mare, la spiaggia e il porto in tutti i loro aspetti.
Fedeli allo spirito di non aggiungere cemento ma di toglierlo , abbiamo inserito un museo multimediale dedicato alla Sambenedettese calcio 1923 al di sotto dell'onda più alta.

Questa struttura è completamente immersa nella terra e nel verde. Non si crea il minimo impatto ambientale e visivo.
La porzione centrale del parco è contraddistinta da grandi quadrati di verde, acqua e legno. Il quadrato centrale rappresenta una piazza in legno marino dove possono svolgersi manifestazioni, serate a tema e concerti visibili dalle onde che fungono da vere e proprie "gradinate".

A mano a mano che ci allontaniamo dal centro della piazza , i quadrati diventano aree verdi, skate park, percorso vita, giochi per bambini e specchi d'acqua e verde. Lo scopo è quello di abbracciare più utenze possibili in modo da rendere il parco un luogo di ritrovo e di svago per il tempo libero, un' area dedicata al relax, al passeggio, al gioco, allo sport e a tutte quelle attività negate da una cementificazione massiccia che nel corso degli anni ha soffocato gli spazi vitali di questa città.

Nella porzione ad est abbiamo inserito degli stand reversibili in acciaio e legno che seguono un andamento simmetrico e sempre nel rispetto dell'asse nord-sud.
Queste strutture, sormontate da coperture in plexiglass che ne esaltano la leggerezza e la trasparenza, possono prestarsi ai più svariati usi: mercati all'aperto, fiere, manifestazioni enogastronomiche, spazi a disposizione dei comitati quartiere.
Lo scopo è quello di creare uno spazio dinamico e reversibile, e quindi adattabile alle diverse esigenze che si presentano.

Abbiamo continuato sul lato est la pista ciclabile di Grottammare che arriva nella zona portuale con la speranza che un intervento del genere possa fungere da volano per uno sviluppo turistico del porto che ne esalti il suo valore e si integri definitivamente con la città.

I materiali e le forme usate fanno tutti riferimento ai simboli della nostra città: il legno della piazza e dei percorsi si ispira alle nostre imbarcazioni, i pali del'illuminazione sono gli alberi stessi delle navi, le onde verdi al nostro mare e ovviamente le palme che con il loro alto fusto indirizzano e segnano lo sguardo dei percorsi dei nostri viali.

Lo scopo di questa idea progetto è quello di aprire un dibattito su quest'area ascoltando comitati di quartiere e tutti i cittadini, i tecnici e l' Amministrazione.
Quest'area può diventare uno spazio vitale per la città, un luogo da vivere 365 giorni all'anno per anziani, giovani, bambini.
Il Ballarin è stato per molto tempo dei sambenedettesi. Noi con questo progetto vogliamo restituirlo sotto una nuova veste.

Arch. Mirco Assenti
Ing. Andrea Marinangeli
Matic Animation di Simone Fazzini e Marco Consorti

19/04/2010





        
  



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