Eugenio Finardi in scena
Grottammare | Venerdì 9 aprile, Teatro delle Energie di Grottammare inizio ore 21.15
di Redazione
Accompagnato dalla sua fidata band composta dal chitarrista Max Carletti, Federico Ariano alla batteria, Paolo Gambino al pianoforte e Stefano Profeta al contrabbasso, si alternano brani famosi e altri meno noti, ma non meno significativi: Le ragazze di Osaka, Laura degli Specchi, Katia, Patrizia, Vil Coyote, Diesel, Dolce Italia, tra le altre. Sono racconti di vita, di esperienze e riflessioni a cuore aperto.
«Da molto tempo - afferma Finardi - mi sembrava che la forma canzone fosse troppo limitata per contenere tutti i concetti che sento il bisogno di esprimere; e interpretando le canzoni di quello straordinario attore che era Vladimir Vysotsky ho riscoperto il gusto di entrare in un ruolo con tutto me stesso, con la fisicità, la vocalità, il canto. Il Teatro mi sembra ormai l'unico sbocco possibile per potermi esprimere a tutto tondo».
La ricerca musicale e soprattutto vocale ha portato Eugenio Finardi a esplorare quelle zone di confine dove l'interpretazione fonde i linguaggi della musica, dal Blues, al Fado, alla Classica Contemporanea, con quelli della performance teatrale. Ambiti in cui sviluppare i complessi temi dell'identità, della trascendenza, della ribellione, senza però mai dimenticare momenti di ilarità e riflessione autoironica.
«Non tutti sanno che - rivela Finardi - prima di firmare il mio primo contratto discografico con Battisti, studiavo Teatro all'università di TUFTS a Boston (la mia prova d'esame fu L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Pirandello), spero che mi porti fortuna...».
Appare subito evidente, osservando la scatola scenica rigorosa, le luci tipicamente teatrali, che con SUONO Finardi va oltre l'ambito, per lui abituale, del concerto per arrivare a momenti di pura teatralità. Il tutto per raccontare storie, autobiografiche e non, ma anche per rileggere, con l'occhio rivolto al presente e al fututro, le Utopie del secolo scorso e i deliri che hanno prodotto.
Dalla prima scena, NATO IN UNO STRUMENTO MUSICALE, in cui rievoca la figura della madre americana cantante lirica al racconto dell'incontro con uno Sciamano in AFRICA, dall'amore per IL BLUES e il suo legame con la lotta per i Diritti Civili fino alla speranza che questa crisi (curiosamente anticipata un anno prima) porti a un NUOVO UMANESIMO.
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09/04/2010
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