Allarme degli Ecodem: "la Green Economy picena è in pericolo"
Spinetoli | Il coordinatore Del Moro puntualizza che la norma che interviene sui certificati verdi, abolendo il ritiro da parte del GSE di quelli in eccesso, contenuta nella manovra, è un grosso ostacolo per lo sviluppo delle energie eco-sostenibili.

il coordinatore degli Ecologisti Democratici Giuseppe Del Moro
Non solo, nella struttura organizzativa di Confindustria di Ascoli Piceno si è costituita, da pochi mesi una nuova sezione "Energia e Nuove Tecnologie", presieduta dall'imprenditore Giovanni Cimini, che vede la partecipazione di importanti aziende del territorio , operanti nel settore delle energie rinnovabili.
Tale sezione intende promuovere nel Piceno, un distretto tecno-industriale dell'energia che possa sostenere in un'ottica distrettuale le esigenze formative, organizzative e finanziarie delle singole aziende che, non dimentichiamo, sono leader a livello nazionale ed internazionale.
Orbene, secondo gli Ecodem del circolo di Spinetoli, tutto questo potrebbe essere compromesso, dall'art. 45 della manovra finanziaria (Decreto Legge n. 78 del 31.05.10), approvata dal Governo che interviene sui certificati verdi, abolendo il ritiro da parte del GSE di quelli in eccesso .
"E' una norma che rischia di colpire pesantemente lo sviluppo delle energie pulite in Italia e la credibilità delle scelte italiane rispetto alla prospettiva di diffusione delle rinnovabili al 2020 obbligatoria per tutti i Paesi UE".Puntualizza in una nota il coordinatore degli Ecologisti Democratici Giuseppe Del Moro.
"Se a questo aggiungiamo che non si hanno notizie del piano di sviluppo delle rinnovabili che il governo deve consegnare a Bruxelles entro il 30 giugno, si intuisce come il decreto elimina le certezze degli investitori del settore. L'effetto del provvedimento che abolisce il ritiro da parte del GSE dei certificati verdi in eccesso potrebbe essere, quello di farne crollare il prezzo, limitando il ritorno degli investimenti già realizzati e di quelli programmati".
I certificati verdi, ricorda Del Moro, sono stati introdotti con il Decreto Bersani, che imponeva un obbligo agli operatori del settore elettrico che immettono in rete più di 100 GWhe/anno, di produrne almeno il 2% da impianti a fonti rinnovabili entrati in esercizio o ripotenziati, dopo il 1/4/99. Tale obbligo è stato incrementato dello 0,35% dal 2004 al 2006 e dello 0,75% dal 2007 al 2012. La Legge 99/09 trasferisce tale obbligo sui soggetti che concludono con Terna contratti di dispacciamento di energia elettrica in prelievo.
I produttori ricevono il provento derivante dalla vendita del certificato verde, in aggiunta al prezzo di vendita dell'energia generata (o alla valorizzazione dell'autoconsumo della stessa).I certificati verdi possono essere contrattati direttamente fra i proprietari degli impianti stessi e gli operatori interessati, oppure servendosi dell'apposito mercato creato dal gestore del mercato elettrico.
"Con le nuove regole sarebbe in forse, il ritorno dell'investimento - aggiunge Del Moro - con drammatici effetti in termini economici e occupazionali in uno dei pochi settori che, in questi mesi, ha mostrato segnali positivi in tutto il Paese, Piceno compreso, dove, come già detto, sono dislocate alcune significative aziende leader del settore".
Gli Ecodem tengono a ricordare anche che, si attendono dal 2003 le linee guida per i progetti da fonti rinnovabili, e non si hanno notizie sul futuro degli incentivi in conto energia per il solare fotovoltaico, né della detrazione del 55% per il solare termico. .
"Noi chiediamo che il Governo, cambi idea sui certificati verdi e presenti finalmente il "piano rinnovabili" per una discussione pubblica prima di consegnarlo a Bruxelles".
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06/06/2010
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