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Quale futuro per le piccole medie imprese?

San Benedetto del Tronto | Lo abbiamo chiesto al neo Presidente del Comitato PI di Confindustria Marco Calvaresi. Concertazione, innovazione e cultura di impresa. Se si vuole uscire dalla crisi, c’è bisogno secondo Calvaresi di un atto di coraggio.

di Stefania Serino

Marco Calvaresi

Crisi, crisi e ancora crisi. Non c'è termine che ha ottenuto tanto a lungo la poll position tra i titoli dei quotidiani. Le previsioni sono contrastanti, e si parla addirittura di black out economico almeno fino ai prossimi dieci anni. Con quali rischi? Ne abbiamo parlato con il Presidente del comitato piccola industria di Confindustria Marco Calvaresi il quale lancia un monito ai politici e alla classe dirigente .

Calvaresi, Lei è stato da poco nominato Presidente dell comitato piccola industria, come si trova in questo nuovo ruolo?
E' un incarico importante, che sicuramente mi consente di crescere, anche perché la tematica non riguarda solamente il settore turismo, ma il mondo dell'impresa nella sua accezione più ampia;

Qualcuno reputa inconsueto affidare ad un "ristoratore" un incarico di questo prestigio
Forse mi considera un piccolo imprenditore, è anche vero però, che servire più di 300 pasti al giorno equivale a gestire una sorta di piccola industria..

Allora ci parli dei suoi prossimi progetti, sembra stia già lavorando in seno al comitato della piccola industria, è così?
In questo clima di incertezza, credo bisogna ragionare secondo priorità: la prima. Il rapporto con le banche che deve essere paritetico; la seconda: l'internazionalizzazione delle nostre imprese che devono puntare di più su innovazione, cultura d'impresa e spirito di aggregazione sposando ad esempio, strategie di comunicazione integrata.

Programmazione forse troppo ambiziosa..
Forse, tuttavia credo occorra volare in alto e intavolare progetti coraggiosi interfacciandosi con gli enti locali. E' il solo modo per rilanciare l'economia locale, altrimenti sarà troppo tardi.

Dunque?
E' nostra intenzione partire con una serie di incontri con i vari rappresentanti degli Enti Locali proprio allo scopo di creare questo clima di concertazione.

E il turismo? È passato in secondo piano?
come potrebbe mai passare in second'ordine, essendo io stesso un imprenditore del settore? di certo non necessito di alcuna "patente" per affrontare l'argomento. Le previsioni non sono delle più incoraggianti: la crisi si farà sentire come, e più di prima.

In che senso?
Contrazione del periodo di soggiorno, diminuzione della qualità richiesta, ma soprattutto riduzione della redditività per le imprese turistiche che, pur di "riempire" le strutture, abbattono drasticamente i prezzi.

Con quali ripercussioni?
Effetti devastanti. E' pura logica: un'impresa che non produce reddito, non investe in risorse, tecnologia, innovazione e comunicazione rischiando di alienarsi con tutte le conseguenze del caso

Qual è la sua idea di rilancio allora?
Personalmente credo sia indispensabile una cabina di regia unica per non disperdere forze e risorse.

Esiste il ministero del Turismo..
Si, ma i risultati non sono ancora quelli che ci attendavamo, e non potrebbe essere altrimenti se le competenze sono ancora affidate alle singole Regioni.

Qualcosa da rimproverare alla regione marche ?
Nessun rimprovero. Anzi, pensando allo spot di Hoffman, per la prima volta abbiamo avuto una discreta visibilità. Meno proficui invece sono stati i risultati relativi agli investimenti stanziati per la promozione turistica, come fiere, pubblicità sul web, brochure. Basta prendere in esame il mese di giugno di quest'anno, che è risultato peggiore rispetto al 2009. E si parla pur sempre di stagione da 60/70 giorni: troppo poco per essere allegri.

Nessun'ultima domanda allora, chiuda lei questa intervista
Mi sento solamente di lanciare un appello, in primis ai politici: la ricreazione è finita. Rimbocchiamoci le maniche con la speranza di ripartire tutti insieme.

Grazie
A lei

 

16/07/2010





        
  



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