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L’Odissea della patente

San Benedetto del Tronto | Il più bel regalo della maggiore età.

di Lorenzo Picardi

Se a settembre gli studenti riprendono le lezioni, gli aspiranti guidatori si accingono ad affrontare i quiz per la patente.

Nei corsi teorici delle scuole guide si trovano persone di tutte le età, dal sedicenne che cerca di ottenere la licenza per il 125 al quarantenne che cerca di riconquistare il proprio libretto di circolazione, passando per il quasi ventenne che deve fronteggiare l'ennesima bocciatura. Proprio i più giovani sono i più desiderosi di ottenere la preziosa carta, impazienti di essere ancora più autonomi negli spostamenti e di potersi pavoneggiare di fronte ai coetanei che ancora tardano a raggiungere l'ambito traguardo.

Al momento degli esami, moltissimi sono sicuri di essere bocciati, ritenendo così di allontanare la malasorte. Poi, pronunciati i verdetti, e sentendo il proprio nome nell'elenco dei promossi, si pensa subito che il grosso è fatto. Erroneamente, perché la pratica non è molto difficile, ma richiede tempo.

La primissima volta che si tenta di far partire la macchina, si ha la sensazione che il mezzo sfugga al nostro controllo, e subito ci si ferma impauriti; basta avanzare di qualche metro, però, per iniziare a sentire l'auto, almeno in parte, rispondere ai nostri comandi. Seguiranno numerosi dispetti della frizione che faranno spegnere l'auto, ma col tempo anche quel pedale diverrà nostro amico.

Così, fra una partenza in salita divenuta retromarcia e un parcheggio mal calcolato, arriva il giorno dell'esame pratico. Ci si accorge di essere pronti quando, durante la guida, cesseranno di manifestarsi fastidiose sudarelle, sintomo di paura e scarsa sicurezza.

Una volta superato l'ultimo ostacolo, poi, si ritiene la patente il più bel regalo che la maggiore età possa fare. La sensazione più strana, però, si ha durante la prima guida solitaria: quel posto da guidatore risulta inappropriato a chi ha passato una vita da passeggero; improvvisamente scorre nella nostra mente una serie di flashback che rendono l'idea di quanto tempo è passato da quando, giocando con dei modellini, si sognava di poter pilotare una di quelle macchine.

Qualche controindicazione, ad avere la patente, c'è: se fra i tuoi amici sei l'unico (o quasi) a possederla, verrai "sfruttato", capendo perché tua madre era tanto seccata quando ti scarrozzava in giro ovunque. Arriveranno anche i primi errori, come lasciare accesa la luce interna che scaricherà la batteria del veicolo. Però quella sensazione di libertà (codice della strada permettendo) e maturità è proprio un sogno che si realizza.

14/09/2010





        
  



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