L'Anisetta Meletti compie 140 anni
Ascoli Piceno | Dal 1870 le vicende dello storico caffè e del famoso liquore all'anice sono indissolubilmente intrecciate con la città di Ascoli.
di Ferruccio Squarcia
Una cartolina pubblicitaria d'epoca
La storia racconta che nel lontano 1870 Silvio Meletti a un'azienda sinonimo di prodotto derivato da una ricetta ancora più antica di un distillato di anice fatto in casa che riscuoteva un notevole apprezzamento. Distillare l'anice è un'antica tradizione dell'Ascolano e da quel distillato di anice e dalle nozioni sulla distillazione ottenute dalla madre Silvio Meletti, creò un prodotto nuovo con base l'anice verde che nelle Marche e nell'Ascolano assume caratteristiche aromatiche particolari grazie alle proprietà uniche dei terreni argillosi.
Un anice particolarmente profumato tuttora lavorato tramite distillazione discontinua a bagnomaria. Al distillato ottenuto è poi aggiunta la parte "aromatica" rappresentata dalla distillazione di altri aromi come frutti semi e fiori scelti e lavorati con cura.
Ricetta e procedimento elaborato nel lontano 1870 è ancora lo stesso seguito e utilizzato oggi dai discendenti; la famiglia Meletti, giunta alla quinta generazione, è, infatti, ancora l'unica proprietaria dell'azienda.
Alla creazione di un prodotto nuovo seguì la commercializzazione e anche qui il talento di Silvio Meletti emerse visto che per far conoscere il prodotto Meletti regalava bottiglie a persone di fiducia provenienti da paesi limitrofi. Non sono da dimenticare le innovative strategie di marketing e pubblicità: Silvio Meletti studiò e attuò campagne pubblicitarie su giornali e sulla cartellonistica stradale commissionando ad artisti famosi dell'epoca, tra cui il triestino Marcello Dudovich, che ha scritto la storia della cartellonistica pubblicitaria italiana disegnando poster e manifesto pubblicitario per le più importanti aziende del nostro secolo.
Il fondatore Silvio Meletti fu aiutato nella gestione dell'azienda dal figlio Aldo che purtroppo Aldo morì giovanissimo, appena quarantenne. Allora il figlio di Aldo, Silviano aveva solo sette anni quindi l'azienda fu presa in mano dalla moglie Annamaria, l'unica donna alla guida dell'azienda in 138 anni.
Vi rimase fino a quando Silviano non compì la maggiore età (21 anni all'epoca), ed è a lei che si riconosce il merito di aver fatto sopravvivere l'azienda. L'attuale gestione avviene in fortissima continuità tra passato e futuro: il punto di forza su cui far leva per affrontare le moderne sfide dei mercati nazionali e internazionali è la grande tradizione ereditata del passato. Tutti gli aspetti della produzione, infatti, sono basati sulle tecniche e ricette elaborate oltre un secolo, fa dal fondatore.
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20/09/2010
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