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Cine Ma Letterature: si è aperta martedì la stagione invernale del cineforum Blow Up di Grottammare.

San Benedetto del Tronto | E’ iniziata con un incontro-seminario molto coinvolgente su John Fante la sedicesima edizione degli incontri dell’associazione culturale Blow Up di Grottammare, dal titolo Cine Ma Letterature.

di Maria Teresa Rosini

E' iniziata con un incontro-seminario molto coinvolgente su John Fante la sedicesima edizione degli incontri dell'associazione culturale Blow Up di Grottammare, dal titolo Cine Ma Letterature.

Riscoperto e divenuto autore culto negli ultimi decenni dopo essere passato quasi inosservato ai suoi esordi (negli anni 30 e 40 del secolo scorso), segnato da una contraddittoria appartenenza, italiano ed americano, che ne ha condizionato la vicenda umana ed artistica, Fante è in grado con la sua scrittura asciutta di portarci direttamente e senza mediazioni all'interno di ogni piega e sfumatura della sua dolorosa esperienza di individuo lacerato, mostrata in modo disarmato e disarmante attraverso un uso delle parole che dal cervello arrivano direttamente al cuore.
Passando dalla letteratura al cinema, l'appuntamento a seguire di martedì 12 ottobre alla sala Kursaal sarà col film Chiedi alla polvere, che il regista Robert Towne ha realizzato dal romanzo di Fante Ask the dust del 1939 con due vere e proprie star cinematografiche come protagonisti: Selma Hayek e Colin Farrell.

Come si intuisce dal titolo infatti, protagonista della nuova stagione Blow Up sarà la letteratura rivisitata dal cinema, quella del novecento in particolare (seppure con incursioni e collegamenti in letterature più lontane come Le Baccanti di Euripide martedì 21 dicembre) durante il quale le storie scritte, i romanzi, hanno iniziato a contendersi l'attenzione del pubblico con quelle narrate con un nuovo linguaggio emotivamente assai più diretto e "immediato": quello delle immagini, del cinema.
Nello stesso secolo, in un arco di tempo quindi relativamente breve, il cinema ha saputo conquistarsi la dignità di forma d'arte autonoma, linguaggio adatto a raccontare in forma certo più sintetica, ma non meno ricca di possibilità espressive, il tempo e le vicende umane che lo popolano.

Alle elaborazioni teoriche e agli sviluppi culturali ed artistici che hanno accompagnato il linguaggio filmico nel suo evolversi, va aggiunto il non meno determinante progressivo dilatarsi e affinarsi degli strumenti tecnologici in grado di comunicare per immagini e la brusca accelerazione dell'uso del digitale degli ultimi decenni.

Ma il linguaggio delle immagini, il cinema ma soprattutto la televisione, come spiega l'assessore Piergallini nella sua presentazione, ha perso negli ultimi trent'anni una sfida importante: quella di rendere davvero popolare la letteratura, di essere insomma strumento comunicativo in grado di rilanciare i grandi temi della esistenza umana, della storia, della vita collettiva già elaborati dalla letteratura, realizzando quella unità e quella "vividezza" culturale che la nostra nazione ancora attende e le cui conseguenze non mancano di riverberare effetti perversi sulla nostra attualità.

Se la letteratura resta ancora una delle principali fonti di ispirazione e una delle grandi fascinazioni cui il cinema attinge continuamente, il grande pubblico, inondato da un'offerta cinematografica spesso di qualità scadente, resta in gran parte ai margini se non al di fuori di una crescita culturale necessaria e ormai urgente.

Scopo di queste serate è allora quello di osservare ed esaminare con più attenzione il rapporto che lega le due modalità espressive che, tra l'altro, non hanno mancato di rincorrersi e condizionarsi reciprocamente. Anche la radio, il teatro e il video, anch'essi veicolo di trasposizioni letterarie, faranno parte, nel loro incontrarsi e intersecarsi in infiniti riferimenti e suggestioni, della ricchissima offerta della programmazione di quest'anno.

Come ricordava anche, tristemente, nella sua presentazione l'assessore alla cultura del comune di Grottammare Enrico Piergallini, non sono certo tempi favorevoli allo sviluppo di attività culturali di qualità: mai adeguatamente sostenute se non dalla passione e dall'abnegazione di coloro che "toccati dal fuoco", come gli operatori dell'associazione Blow Up e molti altri, si sono spesi davvero senza risparmio, rischiano oggi e nel futuro di non poter contare neppure sulle "briciole".
Gli ultimi anni sono infatti stati caratterizzati da sempre minori finanziamenti destinati alle attività culturali a livello nazionale e, di conseguenza, a livello locale, e da ultimo con lo spettro della crisi economica, solo una sparuta quantità di attività culturali potranno in futuro contare sull'appoggio delle istituzioni, in affanno per coprirne i costi.

E allora ciò che conterà sarà la qualità e la capacità di richiamare pubblico: occorre mettere in gioco la creatività e l'originalità di chi opera in questo settore per far sì che la cultura, la conoscenza continuino, nonostante le condizioni sfavorevoli, ad essere strumento di crescita della società e che la società civile comprenda l'importanza che esse rivestono nel promuovere la comprensione e la consapevolezza del presente nella prospettiva di un futuro che tutti, credo, desideriamo più coerente e rispondente ai reali bisogni della nostra comunità nazionale.

11/10/2010





        
  



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