Grottammare, Sindaco e giunta in difesa del popolo Saharawi
Grottammare | «Esprimiamo seria preoccupazione per la violenta aggressione operata dall'esercito marocchino per distruggere l'accampamento di Agdaym Izik, dove migliaia di Saharawi si erano radunati per allestire un campo di protesta, definito "Il campo della dignità"»
I bambini Saharawi ospitati in estate a Grottammare
«Esprimiamo seria preoccupazione per la violenta aggressione operata dall'esercito marocchino per distruggere l'accampamento di Agdaym Izik, nei pressi di El Aaiùn (ex Sahara spagnolo), dove migliaia di Saharawi si erano radunati per allestire un campo di protesta, definito "Il campo della dignità".
Condanniamo pubblicamente questa drammatica vicenda che rischia di modificare repentinamente la recente ripresa dei negoziati tra le autorità marocchine e il Popolo Saharawi, per il riconoscimento a quest'ultimo del diritto all'autodeterminazione accertato dal 1975 dalla Corte internazionale di giustizia dell'Aja.
Ci uniamo pertanto all'appello alle organizzazioni internazionali di Omar Mih, rappresentante in Italia del Fronte Polisario - il movimento politico di liberazione Saharawi -, affinché l'eco della vicenda non si spenga, l'attenzione dell'opinione pubblica non abbandoni a se stesso il "Popolo del deserto" e il silenzio non vada a coprire le condizioni di disuguaglianza sociale e discriminazione e la negazione del diritto a vivere dignitosamente nella propria terra. Condizioni che i membri della sua comunità sono costretti a subire da 35 anni, da quando cioè, nel 1975, il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, fu invaso e occupato dal Marocco.
Si tratta, questa, dell'ennesima azione persecutoria, lesiva dei diritti umani, perpetrata ai danni di un Popolo con il quale questa amministrazione comunale ha un forte legame di rispetto e amicizia. Legame sottoscritto formalmente con un Patto di Amicizia nel 2001, sostanzialmente rinnovato di anno in anno con l'impegno dell'intera comunità grottammarese, attraverso attività mirate a sostenere le condizioni di vita dei Saharawi, profughi nel deserto del Sahara, in particolare con progetti di accoglienza e cure sanitarie destinati ai bambini.
L'intervento repressivo della polizia marocchina contro i dimostranti, indistintamente uomini, donne e bambini, oltre a causare violenza, con morti, centinaia di feriti e scomparsi, saccheggi e altre azioni non giustificabili nell'ambito dell'ordine pubblico, si configura oggettivamente come un atto di limitazione alla rivendicazione di diritti che con quella protesta sociale i Saharawi andavano a sostenere e potenzialmente come una minaccia per il ritorno a un vero e proprio conflitto. Eventualità che, nel corso di questi anni, il popolo Saharawi ha sempre voluto evitare, tentando la strada pacifica della mediazione e del dialogo, meritandosi il rispetto della comunità internazionale ma, purtroppo, ancora non l'attenzione necessaria.
Ribadiamo pertanto la nostra solidarietà a questo popolo abbandonato nel deserto e la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime della violenza e dell'intolleranza marocchina.»
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13/11/2010
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