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Black out: il caso

San Benedetto del Tronto | Ovvero: quando lo spirito critico dell’arte scuote le coscienze fino a far gridare allo scandalo.

di Martina Oddi

Sara Torquati e Bruno Gabrielli

Cultura libera? Si, ma non troppo. Fantasia per parlare del reale, perché l'attualità è paradigma di educazione, ma solo quando è politically correct. Black out - lo spettacolo tratto dall'omonimo romanzo del sambenedettese Francesco Tranquilli - è stato portato in scena venerdì 12 e sabato 13 novembre da Sinergie Teatrali ed è piaciuto a molti, tanto da andare sold out per entrambe le serate.

A molti, ma non a Sara Torquati che si rivolge all'Assessore Gabrielli e alla stampa per denunciare lo scempio. Scene macabre, ai limiti dell'indecenza, o meglio allusioni alla dissacrazione, religiosa e morale. Perché la storia che prende vita in una scuola dipinge i professori come fornicatori e violentatori e dissacra il sentimento cristiano nella blasfemia del bidello, religioso ma amante appassionato. In cui addirittura un professore abusa dell'alunna in uno scandalo messo a tacere dagli stessi genitori, amici chi ha commesso l'abuso e colpevoli anche del successivo relativo aborto.

Cose dell'altro mondo? No cose di questo mondo, che le televisioni ci propongono con la cadenza di serie appassionanti, ma che in video forse fanno un altro effetto. Nefandezze rivolte ai minori, dice sdegnata la Torquati - professoressa anche lei che si sente colta nel vivo. Quegli stessi minori testimoni di libido mediatica quotidiana che si devono guardare dagli atti osceni in luogo pubblico ad opera degli stessi leader politici. Forse meglio che non se ne parli? Che gli scrittori ma gli artisti in genere siano avulsi dalla mediocrità e dal marcio di cui è pieno il presente? Forse è meglio raccontare una verità scolastica e poi lasciare che i ragazzi facciano i conti con la realtà per fatti loro?

Non è chiaro, l'unica cosa chiara che emerge dal grido di dolore di Sara Torquati e di Bruno Gabrielli è che "questi sono soldi pubblici e vengono usati per trasmettere disvalori ai giovani" tanto che l'assessore presenterà un'interpellanza al prossimo consiglio comunale. Proteggiamo l'innocenza inviolata e raccontiamo ai ragazzi che il mondo è bello e pulito, in barba a ciò che vedono fuori - e dentro - le mura domestiche. Certo è che lo spettacolo è molto innovativo e vicino all'attualità e chi lo ha apprezzato sottolinea come questa dote sia stata espressa con delicatezza e leggerezza. Ma di sicuro il Professor Tranquilli non immaginava di condividere il destino glorioso di Socrate, corruttore di giovani anche lui: a lui la cicuta, a Tranquilli i veleni fumosi della zona calda della legislatura.

16/11/2010





        
  



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