La lenta riconquista degli Indiani d'America
Stati Uniti | Riflessioni sulle riserve indiane dopo il viaggio in Montana
di Raffaella Milandri
Riserva Crow
Nelle riserve indiane costituite venne proibito ai nativi americani di
1) parlare la propria lingua-solo l'inglese era ammesso;
2) praticare la propria religione- solo la religione cristiana era ammessa;
3) usare il proprio nome originale-solo un nome cristiano era ammesso.
Difficile immaginare che si possa fare di "meglio" per cancellare dalla faccia della terra un popolo e una cultura.
Eppure, con fierezza indomita, queste tribù indiane hanno resistito per centinaia di anni dalle prime invasioni:
nel 1978 hanno recuperato il diritto a preservare la propria religione (Freedom of Religion Act;la spirituale Danza del Sole è stata illegale fino agli anni '80) ;
nel 1990 il diritto a preservare la propria lingua madre
(Native American Languages Act) e a recuperare spoglie di antenati, oggetti sacri e parte del patrimonio culturale (Native American Graves Protection and Repatriation Act).
Risulta curioso e persino ironico come oggi, girovagando per internet, si possano trovare alcuni siti inerenti la cultura degli indiani d'America :
per dare al tuo cane o gatto un nome in lingua nativa americana
http://www.cats-central.com/cat-kitten-names/native_american_cat_names.html
per tradurre il tuo nome in lingua Cherokee
http://rumandmonkey.com/widgets/toys/namegen/3439/
Le problematiche delle riserve indiane oggi rimangono gravose :
la disoccupazione arriva al tasso del 70%, l'alcolismo è una piaga devastante, e molte terre all'interno delle riserve , di proprietà non-indiana, creano un monopolio sfavorevole alle risorse turistiche e del territorio.
I vari governi tribali stanno cercando di riacquistare queste terre, ma ora ciò che dovrebbe essere loro di diritto ha un prezzo esorbitante e ben lontano dai 10 centesimi di dollaro.
Durante i vari incontri che ho avuto presso i governi delle riserve indiane ovunque la stessa risposta: "Ci vorranno molti anni, ma riusciremo a ricomprare le nostre terre, per i nostri figli"
CHI E' RAFFAELLA MILANDRI
Viaggiatrice in solitaria e fotografa umanitaria, Raffaella Milandri, sambenedettese,
si dedica alla fotografia intesa come strumento di sensibilizzazione, denuncia e comunicazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali . Con particolare attenzione ai popoli indigeni. Dice la fotografa : "Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l'animo dei popoli" Raffaella Milandri si impegna altresì in campagne informative sul turismo responsabile con raccomandazioni a chi viaggia nei Paesi in via di sviluppo.
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19/11/2010
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