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Rapporto comitas sulle microimprese marchigiane

| Nel 2010 perdite per 1 miliardo e 200mila euro. L’associazione anticipa i risultati di una ricerca effettuata su 1.000 aziende Tamburella: l’80% delle microimprese non controlla gli estratti conto e solo il 2% dei “vessati” cerca di ottenere giustizia.

Comitas, associazione ideata per contrastare i diritti negati che ostacolano l'attività produttiva delle microimprese (le società con meno di nove dipendenti), anticipa i risultati di un rapporto, preparato con il contributo di 1.000 microimprese campione, che sintetizza i principali problemi del settore.

Le "proiezioni" effettuate sulla base di questo studio indicano che, nel 2010, le microimprese marchigiane avrebbero subito perdite per 1 miliardo e 263 milioni di euro, dovute a problemi con Istituti di credito, Irap non dovuta, ritardi nei pagamenti, burocrazia indiretta e diretta, soprapprezzi e sovra costi, rinuncia alla riparazione dei diritti offesi e mancata crescita, mentre a livello nazionale il "danno" si aggirerebbe intorno ai 45 miliardi di euro.

A livello bancario, le perizie effettuate da Comitas sugli estratti conto hanno rilevato oneri impropri come addebiti anomali, commissioni irregolari (in testa quelle sul massimo scoperto), interessi difformi al concordato, calcoli non corretti, imputazioni errate, accordi e promesse dimenticate. Da questa verifica, inoltre, è risultato che l'80% delle microimprese non controlla gli estratti conto.

L'IRAP non dovuta, come ribadito dalle recenti sentenze della Cassazione, riguarda circa un terzo delle microimprese, mentre i ritardi nei pagamenti, che colpiscono il 90% del settore, non hanno in sostanza mai procurato gli interessi dovuti per legge, automaticamente e senza la formale costituzione in mora: quasi nessuno conosce e applica questa norma in vigore dal 2002.

Analizzando i conti delle microimprese campione è stato calcolato, estrapolando a tutto il comparto, che nelle Marche queste tre situazioni eroderebbero margini per 281 milioni di euro l'anno.

«Secondo le nostre proiezioni - spiega Francesco Tamburella, presidente di Comitas - a queste cifre potrebbero essere aggiunti  421 milioni di euro, persi per problemi di burocrazia diretta (procedure e norme talvolta assurde e spropositate, che costano tempo e denaro) e indiretta, quella gestionale, per la contabilità e l'esazione d'imposte - tasse - contributi- bolli- indennità varie. Ci sono poi i "roditori" di utility e commodity, gli oligopoli dell'energia, comunicazioni, infrastrutture, materie prime e locatori che porterebbero via circa 112 milioni di euro tra soprapprezzi e sovra costi. La politica economica deve trattare  le microimprese in modo specifico, differenziandole dalle pmi; questo è il messaggio principale che emerge dal rapporto».

«In Italia - ha aggiunto il presidente di Comitas - la crescita e la sopravvivenza delle microimprese, incontra numerosi ostacoli. La mancata conoscenza delle leggi in vigore o il timore di rivolgersi alla legge per risolvere controversie di varia natura è uno dei maggiori problemi di questo settore: solo il 2% dei "vessati" reagisce e cerca di ottenere giustizia».

Secondo i dati di Comitas, infatti, la rinuncia da parte delle microimprese marchigiane alla riparazione di diritti offesi, danni procurati e crediti inesatti si potrebbe valutare intorno ai 168 milioni di euro mentre ammonterebbe a 281 milioni "figurativi" la mancata crescita del settore, dovuta a tutti gli ostacoli elencati e alla promozione dell'intero comparto. A fine anno, Comitas pubblicherà l'intero rapporto e un "wiki - book", contenente le proposte delle microimprese coinvolte.

Comitas è una rete indipendente di professionisti, promossa dal CODACONS, che, avvalendosi di delle sue 103 sedi su tutto il territorio nazionale, presta consulenza gratuita alle aziende del settore per contrastare tutte quelle situazioni che gli negano la libera concorrenza.

 

 

11/03/2011





        
  



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