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L'Italia sta rottamando i suoi giovani

Ascoli Piceno | Occorrono leadership più responsabili, all'altezza della sfida col mondo, capaci di modernizzare l'Italia e di favorirne lo sviluppo imprenditoriale: questo è il nuovo 'patriottismo' da sostenere.

Simone Mariani

Modernizzare l'Italia, darle fiducia, liberare le sue energie più giovani e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale: queste sono oggi le battaglie di una classe dirigente responsabile. Simone Mariani, ascolano, attuale presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Marche, è parte della squadra di presidenza in qualità di Vicepresidente nazionali.

A lui è stata attribuita una delega molto importante per la crescita dei giovani imprenditori di Confindustria: organizzazione e sviluppo del movimento e relazioni interne. << Dopo una lunga esperienza a livello provinciale e regionale - afferma Mariani - è un onore avere l'opportunità , di contribuire alla crescita del nostro movimento in ambito nazionale. Senza il supporto dei giovani nella nostra regione, tale risultato non sarebbe stato neanche pensabile>>.

Chi ha talento deve poter contare su un contesto sociale e normativo che lo valorizzi: è una pre-condizione necessaria ad ogni democrazia. A chi vuole avviare una propria impresa vanno garantite regole chiare e un Paese competitivo: oggi un giovane che voglia intraprendere ed investire si trova di fronte ad un contesto che non premia né talento, né idee, né volontà di rischiare. Così l'Italia non è un Paese per giovani>>. Cinque le parole d'ordine del programma di Morelli e dei suoi vicepresidenti: giovani, imprenditorialità, leadership, merito e futuro.> - parola di Jacopo Morelli, 35 anni, industriale fiorentino, Vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori, con delega all'economia e candidato alla presidenza nazionale del Movimento.

 

 

Senza dimenticare che, fra i fattori di competitività, resta centrale il ruolo del capitale umano; che il futuro di una nazione inizia dai banchi di scuola; che occorrono sistemi di verifica sulla qualità dell'insegnamento universitario e l'abolizione del valore legale del titolo di studio; e che ci vuole un ruolo più stretto fra imprese e atenei, capaci di aprire le torri d'avorio alla ricerca trasferibile e alla brevettazione utile alle imprese. I giovani devono cessare di essere la priorità del Paese solo a parole>>.


 

11/03/2011





        
  



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