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Il giallo delle firme

San Benedetto del Tronto | Margherita Sorge: “Il recupero della memoria storica per costruire un’identità collettiva. Dove la cultura sia strumento di crescita e occupazione per i giovani”.

di Martina Oddi

Peppe Merlini e il registro delle firme

Incontro tra appassionati del genere, domenica pomeriggio è stato presentato a Palazzo Bice Piacentini il prezioso volume che raccoglie nove firme famose lasciate in città tra il 1932 e il 1980. Gli storici locali, guidati da Peppe Merlini, hanno cercato di trovare una risposta al mistero: perché solo nove firme, tanto illustri e lontane fra loro nel tempo? La soluzione nell'interpretazione di Merlini, che fa risalire il volume all'inaugurazione del lungomare nuovo, dedicato nel 1932 a Tommaso di Savoia, Principe di Genova e cugino dei sovrani.

Nel tempo custodito con cura da Alberto Piattoni, l'artigiano artista che lo realizzò, per essere sottoposto solo alle penne più insigni. O, al contrario, rimasto sepolto nei cassetti dell'ente comunale e dimenticato nell'incuria quotidiana. Rinvenuto negli archivi durante inventari di routine, il volume finemente intagliato, mostra in copertina il simbolo di San Benedetto risalente al 1925, quando di nuovo venne inserita l'effige del Santo Martire, eliminata nel 1887. Rilegatura pregiata e fattura ottima in pelle di capretto, bordata da fermagli incisi con i simboli delle attività produttive della città, dalla pesca al turismo, ha sicura nobile origine.

Oggi viene custodito nella bacheca dell'Archivio Storico Comunale, con l'auspicio che dal ritrovamento prenda avvio l'usanza di raccogliere le firme dei nomi risonanti che scelgono oggi come ieri di soggiornare in Riviera. "Il testo è chiaro esempio della vivacità della società di quello che al tempo era niente più che un paesotto" spiega Merlini.

Se nel passato sono espressi i segni di una vitalità culturale fruttuosa, che rende arte una testimonianza della cura per la cultura, viva anche in un oggetto che d'arte non è, nel presente il talento e la virtù degli artisti del territorio sono affidati alla prodigalità di un governo regionale che aumenta le risorse del 40% nonostante i tagli.

"Spero che questo approccio condizioni a cascata anche le Province e i Comuni, producendo un circolo virtuoso che permetta di resistere" sottolinea Margherita Sorge e continua "la cultura può diventare un motore economico reale per dare occupazione ai giovani e determinare la crescita individuale e collettiva di una comunità". Perché la cultura ha un costo, dovuto alla civiltà. E l'incultura si paga a caro prezzo.

13/04/2011





        
  



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