Giovani e politica - Parte 3
San Benedetto del Tronto | Intervista a Giuseppe Barboni, la cui lista "Giovani per San Benedetto" è stata esclusa dalle amministrative per un errore di forma nel vidimare le firme della lista, e il cui ricorso al TAR non è stato accolto.
di Lorenzo Picardi
Giuseppe Barboni
Quella della politica è una passione che ho sin da piccolo. Ognuno ha una propensione per un aspetto della vita: c'è chi ama avere una sala giochi, chi occuparsi delle cause in tribunale e chi interessarsi dei problemi della gente.
Per te la politica è un'esperienza strettamente legata al presente o speri abbia un seguito nella tua vita futura?
Premesso che la politica non è un lavoro né un mestiere, perché vivendo di politica si può essere "facilmente ricattabile" (a bassi livelli intendo), vedo nel mio futuro la politica. Poi dipende: io sono sceso in campo con il presidente Berlusconi, che è stato un paradigma di vita, ma se arriverà il momento in cui non avrò più nessun sentimento positivo, lascerò.
Per un politico ritieni ci siano delle competenze imprescindibili oppure si può contribuire anche con le proprie specifiche conoscenze?
La politica deve essere fatta da tutti; quando si sente il termine politica distaccato dalla gente e intenso come il "palazzo, già quella non è più politica, ma un'idea travisata di occuparsi dei problemi della gente. Tutti se ne possono occupare.
Come vedi il ddl proposto dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni per abbassare l'età minima dei deputati da 25 a 18 e dei senatori da 40 a 25?
Premesso che è giusto e sacrosanto che i giovani debbano essere in politica, perché solo loro possono portare una certa innovazione e freschezza ed entrano in questo mondo con spontaneità, lungi dall'ottenere interessi personali, magari per la Camera Bassa 18 anni come età minima è un po' prematura. Secondo me 25 è l'età più indicata, anche ricordando come io ero a 18 anni e considerando l'ambiente che bisogna fronteggiare a Montecitorio. Sicuramente, però, è una bella innovazione, anche se annullerei la differenza di età fra Senato e Camera, dal momento che hanno le medesime funzioni.
Ad oggi sei, comunque, ancora impegnato negli studi. Percepisci la difficoltà di trovare lavoro indicata da molti sondaggi oppure no?
Il problema del lavoro è fuor di dubbio vero, ma mi pongo due questioni: in primo luogo, è palese che ci sia stata la più grossa crisi economica dal '29 ad oggi, è incredibile come ci abbia investito questa crisi, si può notare anche dalle piccole cose; in secondo luogo, non ci sono però mai stati periodi nei quali abbondavano i posti di lavoro, c'è sempre stato qualcuno che si lamentava, però mi pare che il governo stia tentando di risolvere la situazione.
Se fossi sindaco di San Benedetto, cosa ti piacerebbe cambiare o migliorare della città?
Partendo dalle esigenze primarie, senza dubbio il piano fognario da rifare subito, perché ogni volta che si allaga la città non si può circolare; una mia amica era rimasta bloccata perché non poteva uscire con l'auto da una pozzanghera. Unitamente al piano fognario rifare le strade; anche un nostro candidato (Vincenzo Amato, ndr) pochi giorni fa è caduto in bici perché si è imbattuto in una grossa irregolarità della strada. Il lungomare nord, poi, non è figlio di un dio minore; si è capito che hanno fatto quello di Porto d'Ascoli perché faceva piacere a Perazzoli, però è anche vero che gli chalet della zona nord dicono: "Perché loro sì e noi no?". Ci sarebbero anche molte altre cose, come il Ballarin, per il quale abbiamo perso un finanziamento di 10 milioni.
E nel sistema politico italiano in generale, avendone la possibilità, apporteresti modifiche?
Nessuno è perfetto. Pur essendo obiettivamente il presidente Berlusconi un paradigma di persona nel bene o nel male, vincente in tutti i campi intrapresi (imprenditoria, calcio, politica), è molto complesso amministrare una nazione. Si può migliorare, partendo dalla riforma della giustizia, dalla riforma della scuola, che tutti volevano e poi hanno contestato. Granata (Fli, ndr), che era il primo firmatario, mi pare, ha poi protestato. Quando uno fa, è sempre un bene. Certo, non deve essere una persona poco capace, però l'importante è fare, il resto viene da sé; non si trova comunque un consenso totale.
Per concludere: cerca di persuadere i lettori a puntare sui giovani in politica e, più in generale, in ambito lavorativo.
Un giovane non è attaccato alle impostazioni forma mentis della politica o del lavoro, ha maggiori possibilità di affrontare il lavoro con un piglio diverso e nuovo. Poi è ovvio che un giovane di 20 anni rende di più di un uomo più anziano.
Grazie di tutto!
Grazie a te!
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10/05/2011
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