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Giovani e politica - Parte 6

San Benedetto del Tronto | Per l'ultima puntata di questa rubrica abbiamo intervistato Vincenzo Liberati, 27 anni, schierato con l'Italia dei Valori.

di Lorenzo Picardi

Innanzitutto, cosa ti ha spinto a diventare politicamente attivo candidandoti come consigliere comunale?
Io sono stato sempre politicamente attivo, nel senso che, avendo anche studiato Scienze Politiche, ho partecipato a livello di elettore e a livello di cittadino informandomi su quello che succedeva. Una volta tornato a San Benedetto, dopo aver studiato fuori, ho ricevuto la proposta di entrare a far parte della politica in maniera attiva e ho valutato un po' tutte le possibilità. Ho scelto l'Italia dei Valori perché, soprattutto a livello locale, ha scelto di puntare sui giovani.


Per te la politica è un'esperienza strettamente legata al presente o speri abbia un seguito nella tua vita futura?
Io ho già un lavoro e mi porta via del tempo, quindi non mi vedo in una vita di partito. Sono imprenditore e rimango imprenditore. Ho qualche idea, credo buona, cerco di portare questi suggerimenti ad altri. Mi impegno in questo momento perché vivo qui e c'è bisogno di dare un'impronta nuova alla città; però, ripeto, lo faccio per passione e rimango al mio lavoro.

Per un politico ritieni ci siano delle competenze imprescindibili oppure si può contribuire anche con le proprie specifiche conoscenze?
Una cosa fondamentale è conoscere l'argomento di cui si parla. Non esistono persone che conoscono tutto di ogni cosa; è importante diffidare dalle persone che dicono di poter mettere mano su tutto. Dal punto di vista politico, sicuramente ritengo necessario avere delle conoscenze per raggiungere un determinato obiettivo. Detto ciò, credo che la città, a livello locale, debba essere amministrata soprattutto dalla società civile. I politici di professione teoricamente non dovrebbero esistere.

Come vedi il ddl proposto dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni per abbassare l'età minima dei deputati da 25 a 18 e dei senatori da 40 a 25?
Come idea non è scorretta, è un'ottima idea. Bisogna vedere se è realizzabile; io penso di sì. Tuttavia non credo che il problema della partecipazione politica, soprattutto da parte dei giovani, possa essere risolta con un decreto legge. Non appassioni un giovane alla politica con una legge con la quale si deve appassionare eccedendo al processo politico. Servono ulteriori misure volte all'inserimento dei giovani nella vita politica e nel mondo del lavoro.

Percepisci la difficoltà di trovare lavoro indicata da molti sondaggi oppure no?
Assolutamente sì. Il problema del lavoro a livello nazionale può determinarlo politicamente il governo, per esempio con un decreto. L'occupazione dei giovani a livello locale è una cosa totalmente differente. San Benedetto, quando io avevo 15 anni, 16 anni era una città effervescente. Il precariato c'è sempre stato, però ci manca quella componente vitale che spinge a cercare delle alternative lavorative. I giovani si sono allontanati, di conseguenza è la città che non offre, non la politica. Lo scopo è restituire vitalità alla città.

Se fossi sindaco di San Benedetto, cosa ti piacerebbe cambiare o migliorare della città?
A prescindere da tutto, la politica locale deve instaurare un circolo virtuoso nel quale, una volta dato l'indirizzo, accesa la miccia, tutta la cittadinanza cresca con l'iniziativa. Quando un ragazzo si sposta per studiare, va a Roma, Milano o New York; il problema non è andare fuori per studiare, ma è andare fuori con la speranza di non tornare. Non si considera la trasferta un'esperienza da far fruttare; adesso speri di non tornare perché la città non ti offre nulla. Colpa della politica, dei cittadini, di tutti, però la politica, se rinnovata, qualcosa può cambiare; questa miccia la può accendere.

E nel sistema politico italiano in generale, avendone la possibilità, apporteresti modifiche?
Per prima cosa devono essere chiare le regole del gioco, ma questo vale per qualsiasi cosa. Una volta stabilite, ognuno ha le sue visioni. Secondo me la cosa di cui l'Italia è più carente in assoluto è l'investimento sui giovani, sulla ricerca e sulla scuola, settori in cui prima rappresentavamo l'eccellenza.

Per concludere: cerca di persuadere i lettori a puntare sui giovani in politica e, più in generale, in ambito lavorativo.
Se non accorciamo il divario che c'è fra giovani e politica, probabilmente i giovani non si interesseranno più della propria città e della politica. La politica è una cosa bella, non una cosa brutta come ci vogliono far credere, però per cambiarla è necessario che giovani siano aiutati a portare avanti dei progetti vicini a loro. Ci sono e sono realizzabili.

Grazie della disponibilità!
Grazie a te!

13/05/2011





        
  



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Vincenzo Liberati, candidato Idv

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