Contro la lettura. Intervista all'autore Paolo Parigi
San Benedetto del Tronto | L'eccentrico prof. Paolo Parigi, insegnante di francese presso l'istituto alberghiero, ha realizzato un saggio contro la lettura. Incuriositi dal tema dello scritto, lo abbiamo intervistato.
di Andrea Petrelli
Innanzi tutto buon pomeriggio prof. Parigi e grazie per aver accettato di rispondere ad alcune domande. Inizio subito chiedendole se può riassumere in grandi linee il contenuto di questa sua opera.
Le "grandi linee" sono per le piccole penne, caro ragazzo. Basta leggere il sottotitolo: Per una pedagogia del semi-analfabetismo. Dimostro una di quelle verità che, per essere sotto gli occhi di tutti, nessuno vede (o finge): la lettura è una droga, assai dannosa, talvolta mortale. Invece di propagandarla tanto come cibo per la mente, ricchezza dello spirito e fesserie di questo tipo, bisognerebbe disincentivarla, combatterla, permetterne un uso controllato, limitato, e riservato a poche persone. Invece che si fa: si inocula questo virus ai bambini di pochi anni. Come se un farmacista insegnasse al proprio pargoletto ad assumere pasticchette per combattere la noia. Andrebbe messo in galera, quel padre, no? Di' un po', tu, per caso, sei un lettore?
I lettori voglio sapere di lei, non di me. Ci può spiegare come mai ha deciso di realizzare un saggio su questo argomento?
Io insegno da tanti anni: alcuni dei miei alunni, nonostante gli sforzi miei e dei miei colleghi, amano leggere. Sono una minoranza, ma in crescita. E ce li troviamo ogni mattina di fronte, distratti, estraniati, pieni di dubbi e domande... Mentre i loro compagni, quelli sani, che non toccherebbero un libro extra-scolastico nemmeno con un bastone chiodato, tu li vedi allegri, ridanciani, pieni di vita. Credi che sia un caso? Ho deciso che non si poteva continuare a far finta di nulla: la scuola va rifondata dalle basi, alleggerendola dal falso mito della lettura per tutti.
Dunque, lei equipara la lettura a una droga e i lettori a dei tossicodipendenti. Allora per lei gli scrittori sono gli spacciatori?
Il tuo sillogismo è difettoso: gli scrittori, questa pletorica categoria di inutili illusi, saranno oggetto del mio prossimo libro. Però è vero che esistono i book-pusher: si annidano, insospettabili, dovunque. Fra gli insegnanti, purtroppo, ma pure fra i librai, i magistrati, gli imprenditori... impossibile sottrarsi. Soprattutto perché, come dimostrano le statistiche, nel 75% dei casi il contagio da lettura avviene in ambito famigliare.
Pensandoci bene, anche lei realizzando questo saggio, anzi pamphlet, come lo chiama lei, si è improvvisato scrittore. Adesso potremmo tutti definire anche lei un "inutile illuso", o no? (Parigi sbuffa e scuote la testa lentamente) Comunque ora volevo chiederle: se la lettura nuoce alla salute, quali sono le attività alternative che si dovrebbero svolgere?
Un giovane come te mi fa questa domanda? Davvero non sai come passare il tempo in modo sano? Fai sport, vai in discoteca, al cinema, in pizzeria con gli amici, fai sesso... Senza trascurare, ovviamente, ciò che ti renderà un membro integrato e affidabile della nostra società: guarda la TV più che puoi. Vedrai che non avrai né tempo né voglia di aprire libri.
Sono sicuro che i suoi consigli saranno bene accettati da molti miei coetanei. Tornando a noi; per lei le case editrici, sia grandi che piccole, andrebbero chiuse per evitare la diffusione di questa "droga"?
Questa è una domanda finto ingenua, di quelle che fa chi si crede furbo. Premesso che il novanta per cento dell'attuale produzione libraria - come di ogni altra cosa - è spazzatura, ci sono decine di prodotti editoriali perfettamente innocui che possono essere diffusi sotto forma di libro. Biografie di sportivi e di attricette, manuali di cucina, raccolte di barzellette, romanzi d'amore, "gialli", annuari del cinema, manuali scolastici... È la cosiddetta "Letteratura" a essere dannosa. Per tacere della "Poesia", con rispetto parlando.
E quali sono, secondo lei, le possibili "cure" alla lettura?
Più ti guardo, più mi persuado che tu ne abbia un gran bisogno, di queste cure.
Davvero lusinghiero...
Rimedi ce ne sono diversi, ma la loro efficacia dipende dal tempo trascorso da quando si è stati contagiati. Chi legge da poco può ancora sperare di riuscire a smettere completamente mantenendo una buona aspettativa di vita. Chi invece è libro-dipendente da più di dieci anni è oltre ogni possibilità di recupero. Si può solo cercare di mitigare i danni all'organismo sostituendo gradualmente il materiale stampato che il suo corpo reclama con altri prodotti editoriali meno dannosi, fra quelli che ho elencato prima.
Bene, grazie professore del tempo che ci ha dedicato. Restiamo quindi in attesa di leggere il suo trattato Contro la lettura. È un po' paradossale, no, a pensarci bene?
Tutti i paradossi prima o poi diventano veri, mio caro giovane.
Se lo dice lei...
La prima parte di Contro la lettura di Paolo Parigi uscirà in anteprima sul quotidiano.it domenica prossima 21 agosto
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17/08/2011
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