"Noi di FLI bocciamo la cosiddetta "imposta di soggiorno" - dice Benito Rossi -, prevista dal federalismo fiscale, gia' entrato in vigore con la modifica del titolo V della Costituzione approvata nel 2001 e con la legge 42/2009. Il decreto attuativo sul federalismo fiscale municipale permette ai comuni di introdurre una tassa o imposta di soggiorno per i non residenti fino a 5 euro per ogni notte in albergo e una tassa di scopo per finanziare le opere pubbliche. Certo!

Si puo' finanziare un programma serio ma cosa si propone per rinvigorire strutturalmente un turismo visto oltre i vecchi confini? La disciplina generale dell'imposta di soggiorno doveva essere dettata da un regolamento da approvare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo sul federalismo. I comuni possono anche disporre ulteriori modalità di applicazione del tributo, con la possibilità di esenzioni e riduzioni per fattispecie particolari o per determinati periodi di tempo.

Nonostante l'assenza di regolamentazione i comuni possono comunque adottare gli atti previsti dall'articolo ma poi non si capisce con quali modalita' saranno investiti le somme introitate. Insomma pure una Legge in assenza di regolamentazione che generera' confusione nei comuni dove verra' adottata. Non per questo in tutta Italia ci sono altri comuni ed associazioni di categoria che hanno attivato procedimenti per contrastarne l'applicazione.

Politicamente un errore attivare la suddetta imposta cosi', in maniera plastica, senza valutare una situazione territoriale dove si dovrebbe agire per far arrivare nuovi flussi turistici. L'imposta in questione detiene il principio statico e deleterio della tassazione, una azione disperata, frettolosa, come quella sul porto, di fronte alla sempre piu' crescente richiesta di trasformazioni di hotel in residence".