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Lungo la via della Politica Responsabile

San Benedetto del Tronto | Il Presidente del Consiglio Comunale Marco Calvaresi, premiato dai sambenedettesi alle ultime elezioni, spiega le ragioni che l’hanno spinto ad intraprendere l’avventura della politica, tra ispirazione etica e idee di rilancio.

di Martina Oddi

Marco Calvaresi

Uscito dalle recenti amministrative come l'uomo nuovo, conquistata la fiducia degli indecisi e assunto il ruolo di ago della bilancia tra la riconoscenza della sinistra e il rancore del PdL, Marco Calvaresi riflette sul suo mandato, annunciando la sua fede nella Politica della coerenza e dell'impegno per il bene comune.

1. Arrivati ad ottobre, come sta vivendo questa Presidenza?
Sto nutrendo il mio ruolo con un approccio abbastanza positivo, pensavo fosse anche peggio! Del resto, provengo dal mondo sindacale dell'imprenditoria che possiede una notevole continuità con la Politica, per cui non sono digiuno delle dinamiche reali che muovono questo mondo. Sono sereno, perché penso che sto rispettando il mio mandato, portando avanti un progetto per lo sviluppo della città insieme al Nuovo Polo. Progetto che dà sostanza alla mia Presidenza. Quando - come Nuovo Polo - abbiamo accettato il ruolo che mi veniva offerto, l'abbiamo fatto perché Gaspari aveva messo sul piatto la possibilità reale di costruire insieme qualcosa di importante per la città.

2. Che forma ha preso il rapporto con la maggioranza? Cresce l'intesa?
Il rapporto con la maggioranza è molto lineare: finora ci ha unito la collaborazione sui temi dello sviluppo, rispetto ai quali non c'è bandiera che tenga. La crescita di San Benedetto e le relative strategie commerciali costituiscono un asse di intesa solida, senza tralasciare i nodi caldi rappresentati dal sociale, dalla famiglia, dai giovani e dalle donne, che costituiscono assolute priorità per noi.

3. Rimane ancora accesa la divergenza con il PdL? Quali sono i motivi di maggiore attrito?
Io non coltivo cattivi rapporti con nessuno. Anche se non condivido la loro politica di totale chiusura, in base alla quale ci identificano ancora come quelli che hanno tradito: io in vita mia non ho mai tradito nessuno, e non credo di voler cominciare a cinquant'anni. Ho rispettato il patto con gli elettori, evitando ogni tipo di apparentamento, ma ho accettato il ruolo che mi è stato offerto in virtù del senso di responsabilità nei confronti dei sambenedettesi. Penso che al PdL abbia dato fastidio la mancata assegnazione al proprio schieramento della Presidenza, a cui loro ambivano come minoranza. Ma io mi domando: nel caso fosse stata affidata a loro, come poteva il Consiglio Comunale trovare l'intesa per approvare il Piano del Porto, il Piano Regolatore - solo per fare alcuni esempi - con la libertà di perseguire gli interessi della città e con la responsabilità di cercare un'intesa fattiva? Noi collaboriamo per costruire. Non significa che siamo in maggioranza, siamo minoranza e tale rimaniamo. Ma possiamo godere di una visuale privilegiata, per studiare il funzionamento della Politica e per conoscere in anticipo le questioni messe sul tavolo. Riuscire a conoscere prima le mosse, serve per esprimere un giudizio migliore su chi fa gli interessi della città e chi solo quelli dei partiti.

4. Con Innovazione e Partecipazione si segna un nuovo inizio?
In realtà si tratta di un movimento che ci ha appoggiato durante la campagna elettorale, composto da professionisti e imprenditori che coltivano un forte interesse a convergere nel Terzo Polo e nel Partito della Nazione. Noi, come lista civica per San Benedetto, confluiremo nel giro di qualche mese nel PdN, perché ci siamo resi conto che le civiche hanno un ruolo determinante per stimolare l'entusiasmo della gente ai fini del voto, ma non possiedono una struttura - come invece i partiti - necessaria a generare una nuova classe politica. Determinata a gestire con serietà la cosa pubblica, partendo da un approccio capace di confrontarsi con le passività del Federalismo Fiscale. Attraverso amministratori responsabili e preparati.

5. In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, risulta determinante l'estrazione imprenditoriale per un approccio di sviluppo?
Proprio così: è necessaria una sussidiarietà non solo verticale - tra Enti - ma anche orizzontale - tra privati. Anche perché la vera scommessa è quella di poter coinvolgere questi ultimi nella gestione dei servizi, dagli accordi di programma al terzo settore.

6. Come si vede tra cinque anni, alle prossime elezioni?
Io, personalmente, mi sono dato una tempistica di un anno per verificare se la politica può essere la strada giusta per me. Se così fosse, tra cinque anni spero di avere un gruppo di persone che "ci credono", e di avere ancora la loro fiducia. Al di là di tutto, oltre che essere stata la prima, questa campagna elettorale diventa uno spartiacque, tra il mio precedente impegno nel sindacalismo imprenditoriale e la mia nuova vocazione politica. Penso, comunque, che conoscere l'attuale orizzonte mi sarà utile anche per il mio futuro nell'impresa. Avvicinarsi alla politica è utile e importante, dovrebbero farlo tutti per imparare - una volta dentro - ad apprezzare, fuori dai luoghi comuni che la dipingono come un' arte inutile, che nella macchina amministrativa ci sono persone serie e qualificate, che mettono grande impegno e passione nel cercare di far funzionare al meglio le cose. Io ho trovato molte eccellenze, a differenza di quanto pensavo quando ero estraneo a questa realtà.

7. Rispetto al possibile decollo di San Benedetto nei prossimi cinque anni, questa classe politica ha una grande responsabilità. Lei l'avverte?
La avverto anche se non sono un amministratore della maggioranza, come cittadino che si impegna per la propria città. Finché l'ispirazione sarà votata alla crescita programmatica di San Benedetto io ci sarò. Quando si registreranno situazioni irricevibili - come dice qualcuno - allora no. Ancora non si può giudicare, ma so di per certo che la maggioranza sta facendo un grande sforzo per rispondere alla crisi delle famiglie.

8. A proposito di crisi: abbiamo ricevuto numerose impressioni positive da parte di abitanti delle Regioni limitrofe che si trovano a frequentare a San Benedetto per motivi connessi alla formazione professionale. E' opinione diffusa che qui si vive bene e si trova lavoro: è vero?
Tra i non marchigiani c'è una percezione molto buona della nostra città, caratterizzata da un'ottima qualità della vita, da una grande storia e da una cultura molto presente. Il problema vero delle Marche è che noi tendiamo, a volte, ad auto-incensarci. Questo non va mai fatto, perché rischia di distogliere l'attenzione dalle problematiche reali, impedendo di affrontarle in modo adeguato.

9. Tornando a Innovazione e Partecipazione, si legge, nelle comunicazioni diffuse, di un approccio di grande serietà e responsabilità. C'è ancora idealismo nella politica?
La politica è quella con la P maiuscola, votata all'onestà intellettuale ed etica. Temi che avevo già affrontato con la Piccola Industria, quando gli imprenditori hanno imparato a guardare oltre il capannone, oltre l'interesse, oltre il profitto immediato. Così deve fare anche la politica, che riveste un ruolo di servizio al cittadino. E' necessario però fomentare la partecipazione: per questo, a breve, presenteremo la Giornata della Partecipazione, in cui verranno coinvolte tutte le Associazioni della città. Oltre a ripristinare gli organismi di partecipazione, una seconda priorità di cui ho già parlato con il Sindaco e su cui abbiamo trovato una larga intesa è stata quella di istituire veri corsi di formazione destinati ai consiglieri comunali. Una formazione tecnica fatta dai dirigenti del Comune - in vigore a partire da gennaio - che dia agli amministratori le conoscenze per valutare e gli strumenti per agire nel modo migliore. E' un obiettivo a cui tengo molto: la formazione, infatti, è alla base di qualsiasi successo professionale. E la politica non fa eccezione.

21/10/2011





        
  



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