FLI si scaglia contro la vendita delle scuole: "I soldi non valgono la qualità degli istituti"
San Benedetto del Tronto | "Tutto è buono per far cassa, si prende spunto da una legge dello Stato per trovare un proprio utile e far quadrare i bilanci a discapito della collettività. Futuro e Liberta è per mantenere tutte le strutture scolastiche!"
Questa e' la tanto sbandierata norma della legge 111 art.19 comma 4: "Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche."
Ma questa norma e' riferita ai Dirigenti scolastici e alle cattedre quindi solo a una razionalizzazione Amministrativa con conseguente riduzione dei costi per lo Stato.
Non c'entra nulla la dislocazione dei vari edifici che vanno a comporre la ISC (Istituto Scolastico Comprensivo) che per essere autonoma deve avere piu' di mille studenti.
"Né l'Ass Sorge e né soprattutto Piunti spiegano come stanno le cose riconducendo la discussione al mero aspetto numerico dei plessi in una sorta di contrattazione di cassa.
Futuro e Liberta' vuole spiegare ai cittadini che la norma si riferisce in maniera distinta tra i Dirigenti e alle cattedre rispetto al numero dei plessi che invece possono e devono rimanere invariati.
L'apparato amministrativo e le sedi scolastiche sono due cose diverse pertanto i 1000 studenti non e' detto che debbano essere concentrati nello stesso plesso o in pochi plessi, perche' va tenuto sempre presente il benessere della popolazione scolastica (aule sovraffollate) e la qualità degli insegnamenti. In Italia tutti i Comuni si stanno ribellando contro la razionalizzazione scolastica mentre qui San Benedetto si percorre la strada peggiore facendo pagare il maggiore prezzo a studenti e famiglie".
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06/11/2011
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