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L'Accorsi Furioso

Ascoli Piceno | Debutto tutto ascolano della rivisitazione di Ariosto

di Anna Laura Biagini

Stefano Accorsi

"Le fate ignoranti", "Radio Freccia", "L'ultimo bacio", "Romanzo criminale". Sono solo alcune delle garanzie che Stefano Accorsi sfodera dal suo curriculum, in occasione del debutto in anteprima italiana di "Furioso Orlando. Ballata in ariostesche rime per un cavalier errante" presso il Teatro Ventidio Basso sabato 4 e domenica 5 febbraio. Un allestimento originale del poema di Ludovico Ariosto, curato da Marco Baliani che firma anche la regia. Ironia, divertimento e modernità di un testo quasi completamente originale, eccetto per i versi introdotti da Baliani, liberamente ispirati all'opera che propone un Orlando paladino, attorniato da cavalieri come lui, preda di voglie e istinti carnali, umani, trasportati nel racconto dal desiderio di possedere la donna amata.

"Tutti vogliono Angelica" spiega il regista, "ma solo Orlando la ama veramente non ricambiato, ma con l'assurda presunzione di essere corrisposto". Guerra, morte e amore quindi, ma persino battaglie che si dispiegano nello scenario dell'isola di Lampedusa. "Anche l'opera di Ariosto era piena di digressioni politiche" continua Baliani, "ci è sembrato il caso di parlare di attualità, ma tutto rigorosamente in rima rispettando la fiaba, l'incanto del poema che pure, in realtà, parla di fatti crudi e duri".

C'è chiaramente il caos a cui solo l'amore dà un senso, giustificando la pazzia di Orlando, "un uomo che ha una coscienza moderna" aggiunge Stefano Accorsi, "ma che è un personaggio classico, paladino fedele e nobile, legato ai valori cavallereschi del suo tempo. Non è un mero eroe romantico anzi nella sua follia tende piuttosto al tragico".

Il "Furioso Orlando", rocambolesco racconto di avventure che mette al primo posto il furore e la passione, rovesciando nel titolo il tema centrale dello spettacolo, si avvale delle scene e i costumi di Bruno Buonincontri, delle luci di Luca Barbarti, e della partecipazione di Nina Savary, che in scena interagisce con l'eroe musicando parole, ponendo domande, cantando e ponendo un punto di vista femminile in un'opera dove le donne, sono forse le vere registe.

  

01/02/2012





        
  



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