Gasplus, si o no? Si "infiamma" il dibattito dopo la visita a Minerbio
San Benedetto del Tronto | La commissione comunale sullo stoccaggio gas dopo aver visitato l'impianto di Minerbio comunica le informazioni ottenute dall'esperienza. Disaccordi interni animano il dibattito dal quale emergono dati e considerazioni molto interessanti.
di Emanuele Ciucani
La commissione comunale consultiva
La visita alla centrale di Minerbio smuove le acque e riscalda gli animi, emergono nuovi punti di vista e fattori da valutare attentamente, ma su tutti quello più inquietante rimane il perpetrato silenzio della GaspLus.
Per cominciare si dibatte sul fatto che l'impianto presente nella cittadina emiliana sia analogo a quello che si vuole realizzare in riviera. Secondo il prof. Giuseppe Cappelli, coordinatore della commissione, Minerbio è molto simile a San Benedetto perchè il tipo di impianto è lo stesso in ambedue i comuni, cioè convenzionale. Convenzionale significa che la centrale di stoccaggio riutilizza un giacimento naturale già presente.
"Non c'è mai stato nessun incidente sugli stoccaggi convenzionali" - afferma il prof. Cappelli, il quale poi prosegue: "Minerbio oltre a possedere uno stoccaggio di tipo convenzionale come quello che si vuole realizzare da noi, ha la nostra stessa formazione geologica e quindi si può prendere in considerazione per fare dei ragionamenti. Oltre il fatto che la centrale è dal 1975 che lavora senza problemi ci è stato garantito che non produce inquinamento ne tanto meno rumore. Per Minerbio l'arrivo del metano è stato una ricchezza, esso non va criminalizzato come è stato fatto da noi visto che dalla visita è emerso, a detta del sindaco e dei tecnici, che esso è: utile, strategico, sostenibile e SICURO".
Sulla stessa riga le dichiarazioni dell'assessore Luca Spadoni: "Dal profilo politico ci sono state date tante rassicurazioni in merito ai rischi, ma la cosa importante che è venuta fuori è che dovremo pretendere dalla Gasplus la messa in atto delle migliori tecnologie possibili e disponibili. Altro aspetto molto importante è il rapporto che ci dovrà essere tra il gestore e il territorio, che nel caso di Minerbio è stato di totale apertura al pubblico, cosa che vorremmo fosse anche qui".
Dalle valutazioni poi emergono altri dati, come il fatto che a Minerbio sono stati realizzati 51 pozzi contro i 6 che verranno (forse) realizzati a San Benedetto, ma anche che le prospettive occupazionali sono minime, visti gli appena 18 dipendenti alla centrale emiliana. Inoltre si parla di compensazioni da richiedere alla GasPlus, es: se si crea un danno al turismo, che si costruisca il lungomare nuovo cosi da compensare la perdita. Insomma, nessun rischio di esplosioni catastrofiche, nessun danno economico e zero immissioni di agenti inquinanti, sembra che da questa centrale ci sia solo da guadagnare, ma ne siamo sicuri? Secondo alcuni no.
Elio Core, rappresentante dei Comitati di Quartiere esprime tutto il suo disappunto: "Noi divergiamo dalle opinioni del prof. Cappelli visto che la centrale di Minerbio è totalmente diversa da quella di San Benedetto. I paragoni di distanza sono errati, la centrale disterà da Porto D'Ascoli appena di 50 metri, contro i 2,7 km di Minerbio e non verrà realizzata in una zona disabitata. Infine è inutile sottolineare che Minerbio non è una città turistica al contrario di San Benedetto".
Anche Giuseppe Marucci di FLI concorda con Core e aggiunge: "Riguardo i rumori, vorrei precisare che a Minerbio si parlava riferendosi ad una distanza non inferiore ai 600 metri". Core e Marucci concludono ribadendo il fatto che bisogna basarsi sugli studi di Terre.it e non su improbabili analogie con cittadine diverse dalla nostra.
Ma ad evidenziare un aspetto che mette d'accordo tutti è Luciano Calabresi: "La cosa più grave, che non si è verificata a Minerbio, è che la GasPlus non ha dialogato con il nostro territorio! Questo di per se è un comportamento imperdonabile". Anche il prof. Cappelli concorda con Calabresi e sottolinea: "La GasPlus è molto diversa dalla Stogit che con noi si è dimostrata molto disponibile, si può dire tranquillamente che nei nostri confronti non si è comportata bene". Il professore infine conclude evidenziando la necessità di ulteriori studi di monitoraggio che permettano di acquisire ulteriori dati e di prendere decisioni razionali in completa sicurezza. Insomma, la storia non finisce qui.
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15/03/2012
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