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Riorganizzazione territoriale come opportunità di sviluppo

Ascoli Piceno | Il PD spinge per avviare con urgenza un tavolo propositivo per disegnare il futuro assetto territoriale, che deve puntare a ricongiungere il Fermano e il Piceno nella loro interezza.

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Tra le disposizioni sulla c.d. spending review (decreto-legge n. 95 del 2012) come noto ci sono interventi che dettano una nuova disciplina sulle province (art. 17).
La procedura di accorpamento ha l'obiettivo di dimezzare le province esistenti ed il decreto individua solo i criteri secondo i quali dovranno effettuarsi gli accorpamenti (fatta eccezione per le province sede di capoluogo di regione) cioè la dimensione territoriale e la popolazione residente, che verranno stabiliti nel dettaglio entro il prossimo 17 luglio.

Con scadenze assai ravvicinate Regioni ed enti locali dovranno applicare i nuovi parametri e scrivere i piani di accorpamento, che verranno deliberati dai Consigli delle autonomie locali, sede di raccordo tra regioni ed enti locali. Il governo emanerà un «atto legislativo» contenente l'ordine di accorpamento sulla base delle deliberazioni regionali. L'ultimo intervento del Governo Monti sulle province (c.d. "Salva Italia" art. 23 d.l. n. 201/2011) nella c.d. Spending Review viene confermato quanto alla scelta di trasformare le province in enti di secondo grado, espressione dei comuni compresi nel relativo territorio e viene integrato con disposizioni relative alle funzioni di area vasta (pianificazione territoriale, ambiente, strade e trasporti).

In questo contesto, sono già in atto le "grandi manovre" per ridisegnare la nuova geografia amministrativa regionale. Il recente passato testimonia che l'atteggiamento con il quale Ascoli città capoluogo ha affrontato la divisione della Provincia è stato deleterio e ne paghiamo quotidianamente i costi.
L'indifferenza si trascinò a lungo e solo tardivamente arrivarono le reazioni cittadine.

Chi aveva responsabilità amministrative non fu all'altezza della situazione, non sappiamo se per scelta o per inerzia, e subimmo decisioni prese sopra le nostre teste. Oggi noi, estremo sud delle Marche, abbiamo gli strumenti per valorizzare la nostra debolezza e tradurre la riorganizzazione territoriale in occasione di rilancio dello sviluppo economico.

Si deve però giocare d'anticipo con azioni propositive dal basso e non adagiarsi sui passaggi burocratici. La città capoluogo deve esprimere con il proprio Sindaco l'iniziativa politica - abbandonando gli isterici e polemici protagonismi delle recenti questioni sulla conferenza dei sindaci di area vasta - avviando con urgenza un tavolo propositivo così da essere soggetto attivo nel disegnare il futuro assetto territoriale, che deve puntare a ricongiungere il Fermano e il Piceno nella loro interezza.

Ogni diversa soluzione di ripiego - ed in particolare l'ipotesi della macroprovincia Macerata-Fermo-Ascoli - significherebbe una nuova marginalità e una inaccettabile penalizzazione che deve e può essere evitata con una condivisa azione politica, fondata non su sterili campanilismi ma sull'urgenza di risollevare il territorio.

Sarà determinante il deciso intervento dell'Assessore Reg.le agli Enti Locali Antonio Canzian affinchè agisca tempestivamente in sinergia con il Sindaco Castelli per attribuire al Piceno l'equo risarcimento per l'ingiusta divisione territoriale subita, traendo insegnamento dall'assenza di lungimiranza politica di coloro che condussero alla insensata partizione del territorio.

13/07/2012





        
  



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