Squinzi: “senza crescita non c’è futuro”
Ascoli Piceno | Il Presidente di Confindustria al Ventidio Basso: i giovani, il lavoro, le riforme istituzionali, l’Europa. Come le imprese reagiranno alla crisi.
di Martina Oddi
Giorgio Squinzi
I giovani sono il potenziale aggiunto delle imprese in Italia, ma si trovano compressi in una situazione di tagli alla formazione, stagnazione economica e interdizione del mercato del lavoro. Lo sa bene il Presidente di Confindustria Squinzi, e lo sanno bene i tanti ragazzi delle scuole che questa mattina affollavano il Ventidio Basso. L'analisi della situazione lavorativa delle generazioni 25 - 35 in Italia risulta il nodo dolente di un'economia che deve scegliere oggi di puntare sulle cose giuste per trovarsi un posto in un mondo che " si sta impegnando a fondo per darsi un nuovo valore e uscire dalla crisi con una nuova identità" per dirlo con le parole del Presidente Spacca.
E i giovani, insieme a un approccio rivolto all'internazionalizzazione - la vera sfida del nuovo millennio per il tessuto di PMI da cui trae linfa l'economia del Paese - attraverso una semplificazione delle procedure e della struttura istituzionale possono fare la differenza per fare uscire l'economia italiana dalla congiuntura sfavorevole. Certo non prima del 2014. Ne è sicuro il Presidente Squinzi, che se ha fatto della semplificazione delle regole il cavallo di battaglia del suo programma, esprime un parere senza dubbio positivo rispetto alla destrutturazione dei livelli istituzionali - "ovunque in Europa sono tre, noi ne abbiamo 7, con ovvie perdite in termini di spreco di risorse e lungaggini burocratiche".
Quindi si alla riduzione delle Province in cerca di un sano riequilibrio delle autonomie che renda onore alle capacità locali di far fruttare le peculiarità dei singoli territori, in uno stile tipicamente nostrano. "Senza cedere ai particolarismi, mettendo da parte gli egoismi e agendo in virtù dei diritti delle nuove generazioni" dice poco prima Spacca, e Squinzi gli fa eco proclamando la sua fede nella Green Economy in virtù del "futuro che abbiamo il dovere di assicurare alle nuove generazioni". E nell'Europa - "sono un convinto europeista, ma occorre coordinare le politiche economiche, energetiche, di welfare" . Ma anche nell'etica imprenditoriale che deve coincidere con quella politica nella ricerca del bene comune - cosa non sempre auspicabile di questi tempi.
La tutela delle eccellenze, del manifatturiero espresso al meglio dalle PMI, il recupero della necessaria competitività e produttività del lavoro - anche in un contesto internazionale - sono gli ingredienti imprescindibili di un risanamento che la prossima classe politica dovrà guidare. E l'imminente Spending Review, che deve arginare il costo economico di un lungo malcostume, è tanto dolorosa quanto inevitabile, secondo il numero uno degli imprenditori. Cercando di ridurre l'impatto al minimo in termini di carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, già salassate da IRPEF e IRAP, investendo in ricerca e innovazione, potenziando le infrastrutture, e mettendo in essere investimenti nonostante la carenza dei capitali, il Presidente prevede già dagli ultimi mesi del prossimo anno un'inversione di tendenza, con una crescita che ripartirà con numeri confortanti nel 2014 e si assesterà su livelli soddisfacenti nel 2015.
Conclude dichiarando l'intenzione dei consociati a rinunciare a tutti gli incentivi - che ammontano a 34 miliardi - in cambio di un alleggerimento della pressione fiscale, la vera spina del fianco dell'imprenditoria che nel 2011 ha sostenuto in media un prelievo pari al 68% contro la media europea che si aggira introno al 40%.
E nel ricordare che senza crescita non c'è futuro e si rischia di andare incontro a una drammatica degenerazione della tensione sociale, saluta la platea con lo slogan dell'impresa di famiglia: "mai smettere di pedalare". Come a dire: di necessità virtù.
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08/10/2012
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