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Un politico in prestito: Marco Calvaresi

San Benedetto del Tronto | Lo dice il presidente di Confindustria Bucciarelli e lo ribadisce lui stesso: “La politica è un’esperienza molto importante, ma io provengo dal mondo dell’ Impresa. Sono in prestito alla politica, fino a quando sarò utile alla comunità”.

di Martina Oddi

marco calvaresi

Intervista con Marco Calvaresi

A proposito della crisi di Governo dell'Amministrazione Gaspari e dello strappo con la Emili, come pensi che influirà sulle scelte del tuo partito? I due voti dell'UdC possono fare la differenza?

Penso che non si tratti di una vera crisi, ma dello scontro di due movimenti di pensiero. Conoscendo le dinamiche che di solito caratterizzano il PD, la sua filosofia, lo scontro pubblico è suonato come una sorpresa, anche perché finora si è assistito sempre a delle sintesi di maggioranza. Non entro nel merito, perché il PD non è il mio partito, e noi stiamo alla larga dai suoi scontri, anche per una questione di rispetto. Noi dobbiamo pensare a noi e a fare bene.

Ritengo la consigliera Emili una delle migliori teste dentro il consiglio comunale, una garanzia di qualità, non solo una risorsa per il PD ma per tutta la città. Come ritengo che il Sindaco Gaspari abbia tutte le sue ragioni, per portare avanti le battaglie più giuste. La nostra posizione di astensione non cambia, fino alle prossime politiche. Quando noi appoggeremo il nostro candidato, che è Ciccanti. Dopo le politiche saranno i partiti a parlarsi.

Da parte mia penso che un conto aritmetico non possa fare andare avanti l'Amministrazione. Noi ci asteniamo perché non facendo parte della maggioranza, sia io che Pellei non possiamo procedere alla condivisione delle delibere dalla loro origine, e quindi non votiamo. Essendo io soprattutto un presidente eletto dalla maggioranza in rappresentanza della minoranza devo essere al di sopra delle parti. E' una forma di rispetto per chi ci ha sempre rispettato, in campagna elettorale, prima e dopo. Questo non significa che noi condividiamo al 100% tutte le scelte dell'Amministrazione Gaspari, ma siamo positivi che in settori come il sociale e lo sviluppo economico ci possa essere un avvicinamento.

Rispetto a come si sta configurando lo scenario politico nazionale, pensi che un'alleanza con il PD dei moderati sia un orizzonte possibile? O forse è più plausibile pensare a Monti a e Montezemolo? Pensi che ci saranno delle ripercussioni sul panorama locale?

Quello che succederà non è facile prevederlo, sicuramente ci saranno delle ripercussioni sulla politica locale. Certo è che non tutto quello che accade sul piano nazionale è replicabile localmente. Bisognerà vedere se ci sono le premesse per fare un cammino insieme. L'ultima parola sarà del partito, e se il partito opterà per un'alleanza con il PD noi ci dovremo adeguare. Io da cittadino ho la mia idea e penso che Monti non sia il Candidato Premier ideale. Lo vedo più alla Presidenza della Repubblica. Comunque non occorre aspettare più di tanto se è vero che si voterà il 17 o il 24 febbraio. Ci divide solo una campagna che sarà breve ma intensa.

Tornando a San Benedetto e all'annoso problema delle infrastrutture e della sanità, e alla penalizzazione rispetto a Ancona, come se ne esce?

La questione treni è aperta, può fare molto la Regione. Nonostante i bilanci sempre più risicati. Occorre far capire a Ancona che questo territorio non può essere lasciato a sé stesso. Dobbiamo farci valere nelle sedi opportune, far venire fuori le vere esigenze del Piceno e lottare perchè siano recepite. Perché questa è una terra viva. E non si possono chiudere tutte le questioni con promesse a medio o lungo termine.

Consumi natalizi in calo. Si aspettano i saldi, ma le previsioni sono nere e parlano di un - 20%.

So che molti esercizi chiuderanno sotto Natale. La gente non spende perché non ci sono i soldi. Cercare di mettere in piedi strategie che favoriscano lo shopping è inutile. Perché manca il denaro.

Riguardo alle previsioni di ripresa, c'è chi è ottimista e punta sulle start up, come la Fondazione Sgariglia. Pensi che nel Piceno la ripartenza sarà più veloce che in altri contesti?

Al momento mancano le risorse per i progetti, e bisogna vedere se poi ci sono le persone in grado di portarli fino in fondo. Spero che il nostro territorio possa ripartire, ma questa è una crisi di sistema che segna la fine di un'epoca. D'ora in avanti faremo sempre più i conti con la rivisitazione della spesa, l'ottimizzazione delle risorse, l'eliminazione degli sprechi. Tutto è investito dall'effetto downsizing, si spende di meno. Ma sono sicuro che dalla crisi usciranno nuove imprese. Qui nel Piceno sono già una realtà, con gli operai delle multinazionali che hanno chiuso riuniti nelle cooperative o in forme societarie nuove.

La crisi ha prodotto un effetto beffa. Le banche, dopo aver determinato - secondo alcuni - il collasso, ora chiudono i rubinetti del credito. Le imprese hanno l'acqua alla gola.

Ogni volta che ci siamo mossi per ottenere agevolazioni del credito per qualche impresa le banche ci hanno sempre chiuso le porte. Perché le banche si comportano come un soggetto economico e badano al risultato in termini monetari.

Volendo lasciare un messaggio positivo per i giovani - attanagliati da una vita che non decolla, senza lavoro e prospettive - cosa diresti?

Se fossimo in una zona servita dalla banda larga, sono sicuro che molti lavoratori si sarebbero inventati qualcosa di nuovo. Molti li perdiamo e vanno a cercare fuori quello che non hanno qui, con estremo impoverimento del territorio. Aspettiamo che la politica dia il suo contributo per risolvere una situazione che è diventata drammatica. Ma che non siano le solite pacche sulle spalle e si cominci a finanziare qualche progetto vero. La crisi senza lavoro non si risolve. Per superala occorre portare lavoro.

17/12/2012





        
  



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