La sconcertante sentenza della Corte di Cassazione sulle adozioni alle coppie gay
Monteprandone | "Un macroscopico vuoto normativo e morale". Il parere di Fernando Ciarrocchi
di Fernando Ciarrocchi
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Fatta questa premessa credo che si impongano alcune considerazioni storico -oggettive.
A) Quando il Beato Giovanni Paolo II più di venti anni or sono, in tempi quasi non sospetti, dall'autorevole cattedra di S. Pietro, lanciava richiami e moniti circa la pericolosità della subdola e strisciante cultura relativista che iniziava a minare le fondamenta dell'humus cristiano in Europa e in Italia: i laicisti gridarono subito al conservatorismo pontificio sostenendo che la Chiesa era ancora ferma su posizioni addirittura preconcilairi.
Tutto questo perché il Santo Padre, Giovanni Paolo II, aveva intuito la perniciosità dei cosiddetti tempi moderni:"cosiddetti" perché i principali attori di questo ultramodernismo per comodità e mera convenienza avevano e hanno travisato il significato autentico sia del modernismo che fu di Don Romolo Murri, sia del Concilio Vaticano II°, nonostante l'indimenticabile Papa Buono, Giovanni XXIII , chiarì "ex professo" il senso del grande evento conciliare affermando" La Chiesa ha il dovere di interpretare i tempi che cambiano ma sempre nel rispetto della tradizione".
Ebbene, Giovanni Paolo II con la sua forza, intelligenza e lungimiranza non ha fatto altro che ribadire tutto questo ancor più avvalorato dall'indelebile frase di Papa Benedetto XVI quando con continuità afferma l'importanza imprescindibile " dei valori non negoziabili".
B) Posizioni chiare, ferme e coerenti da sempre, ma, soprattutto ribadite durante i più recenti pontificati di Papa Giovanni XXIII, Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI.
Nonostante ciò l'anarchia morale e civile ha avuto il sopravvento iniziando dal 1968 quando la cultura laicista dilagante che ha agito per affermare uno stile di vita " anarchico" soprattutto per quanto concene il profilo morale.
Tutto è ammesso e permesso: rapporti sessuali adolescenziali, convivenze prematrimoniali, aborto, divorzio,poi, ancora, convivenze e addirittura matrimoni omosex ( tra gay e lesbiche) già in essere in molti paesi europei, poi chi più ne ha, più ne metta.
Il risultato di questo mega kaos morale cosa ha prodotto? La distruzione della famiglia fondata sul sano rapporto tra un uomo e donna e l'affermarsi di ciò che i sociologi e psicologi definiscono un nuovo modello di famiglia aperta e allargata che esige, quindi, il riconoscimento di diritti civili delle nuove aggregazioni, dunque, non poteva non venir fuori una sentenza come quella che tutti conosciamo: legittimare le unioni spurie e acconsentire l'adozione di bimbi.
E' il massimo della coerenza, poi, guarda caso, però gli stessi gay, nel mega raduno di Parigi, di domenica 13 gennaio, hanno gridato a gran voce l'inopportunità di legittimare le adozioni di bambini a persone dello stesso sesso.
Stiamo stravolgendo la natura, ma è possibile, che il legislatore, il supremo giudice, uomini e donne anche loro, non ricordino che le prime parole pronunciate o imparate da un bambino sono, mamma e papà, per nulla, mamma- mamma, papà-papà o babbo-babbo.
Sovvertire a tutti i costi e per tutte le ragioni lo ius naturae è aberrante e nefasto: si sta creando il preambolo della negazione della bellezza dell'Essere umano riducendolo a "res nullius".
Il legislatore in questi frangenti, s non può in alcun modo essere assente, non deve far altro, che difendere il dettato costituzionale, ex art. 29, che riconosce solo ed elusivamente la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna e non altre forme spurie.
Una difesa di tal genere richiede coerenza, coraggio e conoscenza, non ci si deve far influenzare dal relativismo subdolo, dilagante e pernicioso soprattutto per le giovani e future generazioni che hanno smarrito il viatico dei "valori non negoziabili"quali: la sacralità della vita, il sacramento del matrimonio unico e indissolubile, la famiglia quale cellula primigenia della e delle future società anche se ipertecnologiche e hi.tec.
E' questa la sfida che abbiamo dinanzi per cui anche la Chiesa deve ritrovare maggiormente se stessa e non gridare "al lupo, al lupo" dopo che le pecore sono uscite o sono state fatte uscire dall'ovile.
Tutti, ma, maggiormente coloro che hanno liberamente deciso di dedicare la loro vita a Gesù Cristo per il bene dei fratelli, debbono avere sempre presente la frase di Papa Giovanni XXIII " La chiesa ha il dovere di interpretare i tempi che cambiano ma nel rispetto della tradizione", quindi, no all'anarchia morale o a smodate e nocive libertà.
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20/01/2013
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