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Una Rivoluzione Civile contro Monti

San Benedetto del Tronto | Rossi capolista nelle Marche. Ferrero: “Siamo l’unica alternativa di governo che parla di patrimoniale e riconversione ecologica dell’economia. Una visione nuova che assicuri un futuro ai nostri figli”.

di Martina Oddi

Rossi, Ferrero, Primavera

Oltre la protesta per la protesta di grillini e leghisti. Ma soprattutto contro il liberismo che ha incarnato Monti con le sue politiche di destra insieme a tutti i partiti che lo hanno sostenuto. Rivoluzione Civile va in un'altra direzione, rispetto alla politica che si è macchiata dell'onta e della vergogna, e che ha ridotto gli italiani sul lastrico creando un vuoto di coscienza e un malcostume legittimati dalle storture del potere.

Massimo Rossi afferma di candidarsi in nome della politica pulita che attraverso un programma di sviluppo economico e di tutela dei diritti acquisiti dia forma a un'altra idea di futuro, basato sulla giustizia sociale attraverso la ridistribuzione delle ricchezze e il riequilibrio dei redditi.

Al di la della omologazione di "scelte politiche oscene basate sul profitto e la rendita, alla ricerca del consenso a buon mercato" - spiega Daniele Primavera - "proponiamo una visione alternativa basata sui saperi e la difesa dello stato sociale. Oltre la politica del consumo che non ci porterà a uscire dalla crisi".


E Paolo Ferrero aggiusta il tiro: "La crisi, che non ha nulla a che vedere con la recessione mondiale nel caso dell'Italia, è solo stata causata dalle politiche destroidi di Monti, che ci hanno portato al livello della Grecia. Se non vi è piaciuto Monti, noi siamo una alternativa di governo con una progettualità economica e sociale che si ispira a una visione alternativa". E continua, dati alla mano: "Il Pil nazionale segna -2,5%, è ridotto alla miseria il potere di acquisto delle famiglie, all'aumento dell'inflazione corrisponde una contrazione dei salari e un aumento della disoccupazione, il debito pubblico è al minimo storico, la produzione industriale è caduta al - 20%".

L'autorevole Europa accredita Monti all'insegna dell'austerità - secondo Ferrero - perché sostiene una politica di destra volta ad abbattere i salari e il welfare, all'insegna del contenimento dei costi, finalizzato a rendere l'Unione più competitiva sui mercati esteri. Ma abbattendo il potere di acquisto delle famiglie il mercato entra in una spirale negativa che condiziona anche l'export ed è destinata a contagiare anche i mercati esteri.

Per non parlare della nuova selezione naturale, basata sulla ricchezza, che si sta imponendo nel mondo dei saperi. Basti vedere il calo degli iscritti alle università, che riguarda soprattutto le fasce medio basse. Insomma una politica che fa i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, taglia i servizi pubblici per lasciare spazio ai privati e fa selezione di classe per accedere alla cultura.

È per questo che la politica dei sostenitori di Ingroia guarda a Obama e invoca il New Deal, all’insegna della patrimoniale sui redditi superiori al 1,500.000 euro, la riconversione ecologica dell’economia secondo un piano nazionale, il rilancio dell’occupazione stante la necessità dell’abolizione della Riforma Fornero, la stipulazione di una accordo con la Banca Centrale affinche conceda prestiti alle famiglie al tasso del 2%, il contenimento della spesa pubblica attraverso il tetto ai superstipendi pubblici di 5.000 euro e il taglio alle spese militari.

E infine si propone di ridiscutere le regole in seno all'UE, tra cui il primo step in termini di priorità è il fiscal compact, che prevede la sottrazione al bilancio nazionale di 45 miliardi di euro all'anno, condannando l'economia dei paesi meno forti.

Inevitabile la querelle con il PD: "fanno politiche di destra e ripropongono quello che ha proposto Monti, prevedendo solo una certa attenuazione del rigore. La polemica del voto utile nasconde il loro imbarazzo a doverle giustificare in un'eventuale discussione con noi, se venissimo eletti".

E anche se Ferrero esclude la possibilità di convergenze sul piano nazionale, non bandisce possibili intese a livello locale. Rivendicando la lotta per una politica di equità sociale e sviluppo sostenibile, per contrastare "l'offensiva di destra" che attanaglia l'Italia e l'Europa.

12/02/2013





        
  



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