Il PdL affila le armi e, seguendo il proposito di fare sana opposizione, non perde un colpo. Col fiato sul collo alla Giunta, il gruppo consiliare delle libertà elenca i mali in cui la città langue. Se Annalisa Ruggeri chiude con la segnalazione dl'illuminazione di viale Buozzi, inadeguata anche se provvisoria, prima di lei Pasqualino Piunti annuncia battaglia su Ballarin e fotovoltaico.

Sul vecchio stadio ammonisce che" il PdL non starà a guardare l'amministrazione che distrugge prima di avere un progetto alternativo", smentendo quello che è stato lasciato intendere ai rappresentanti di quartiere nell'ultimo incontro e impegnandosi a cercare delle soluzioni vere, concedendo la convocazione della commissione urbanistica ad hoc richiesta dagli azzurri.

Sul fotovoltaico piovono le domande che istituzionalizzano - nelle intenzioni - il dibattito, e conoscere i rapporti tra l'amministrazione comunale e la ditta Troiani e Ciarrocchi che si occupa dell'istallazione, per le modifiche di Piazza d'Annunzio diventa il tema delle missive rivolte al Sindaco dai consiglieri azzurri. Ma in generale si va alla ricerca di un cavillo di una scelta ricusata da tutta la città - secondo Piunti - che a fronte di un introito di 24.000 € l'anno non garantisce nessuno specifico beneficio al cittadino, se non deturpargli la vista delle sue piazze preferite. "L'unico vantaggio è che fanno ombra, così dicono. Vedremo se hanno avuto l'autorizzazione della Soprintendenza" commenta Piunti.

Rincarando la dose e sottolineando come una decisione tanto importante non sia stata discussa dalla città in un tavolo aperto. Ma Gaspari lo ha detto, "stiamo rispettando impegni di mandato", alludendo al fatto che le energie rinnovabili sono incluse nel programma di amministrazione. E, se così è, sorge spontaneo un quesito: i cittadini non lo hanno già votato?

"Non siamo contrari all'imprenditoria" si affretta a spiegare Piunti, che forse non condidera come l'industria che tiene è quella del comparto green, rinnovabili in testa. Si potrà contestare il modello, la formula estetica e quella delle location, non certo la scelta di fondo, argomentando su un vantaggio che, se oggi non è rilevante, stando alle stime degli esperti sarà il fattore determinante dello sviluppo della green economy. La linfa vitale della ripresa, l'unico orizzonte di globalizzazione possibile.

Una scelta quella del fotovoltaico che sembra non un goal oggi, ma l'inizio di un nuovo corso. Non il più comodo, ma inevitabile. Se invocare alla partecipazione diventa lo strumento per fare opposizione, a cavalcare il malcontento si rischia di inficiare le scelte fondamentali per la crescita.