In Flaccum e Legatio ad Gaium sono i due libri superstiti di Filone Alessandrino, scrittore di Peri Aretoon, opera composta da cinque libri secondo la tradizione cristiana.

Le due opere filoniane lasciano trasparire un disegno storico unitario, quello di una peripeteia/ capovolgimento improvviso, di una svolta, ad opera di Dio, della storia giudaica: la pronoia/provvidenza di Dio risolve il male degli ultimi anni dell'impero di Tiberio (26-37 d.C.) con la vicenda di Elio Seiano e di Gesù Cristo, e del regno di Caligola (37-41d. C.), in bene senza alcun preavviso, e contrariamente ad ogni aspettativa logico-razionale, come attuazione e manifestazione dell'oikonomia divina: è l'apokalupsis, dopo il timore delle eschata.

Filone è il cantore di questa peripeteia in quanto mostra il giudaismo che vive tragiche vicende e che è condotto alla catastrofe, fino al totale naufragio, al fine di evidenziare la virtù/l'arete giudaica, ancorata in Dio, unica salvezza, che capovolge la logica umana e attua in modo imprevisto ed inatteso il suo Regno/malkuth, dopo la morte del persecutore Seiano ed ancora di più, dopo la fine di Caligola, il falso Theos,la sua dike/giustizia.

Legatio ad Gaium, dunque, è la prima opera delle cinque di Peri toon aretoon, costruita su due piani uno terreno, esterno e superficiale, dell'imperium di Gaio Giulio Cesare Germanico Caligola, cantato come kronikos Bios /vita saturnia, come momento storico perfetto, il più alto mai conseguito da Roma, ma effimero, come massima espressione dell'humanitas mortale, e l'altro celeste, interno, sostanziale della sovranità nascosta del Dio di Israel e del suo Regno, eterno.

Filone mostra l'ascesa al trono di Caligola, la sua politica di sovvertimento come neoteropoiia di un neos/giovane, che rivoluziona il sistema imperiale, che si deifica diventando neos Zeus, che riempie l'ecumene di mali, manifestando la sua ektheosis, annullando ogni altro potere (senatorio, equestre e militare), pur esprimendo la sua exousia/potestas in modo augusto/ sebastos, con la sua epiphaneia. Così facendo il princeps optatissimus diventa turannos e sconvolge il diritto umano, lo ius, ed annienta il mondo giudaico, che, perdendo i diritti civili, minacciato di sterminio, è costretto ad accettare il colosso imperiale nel tempio gerolosomitano.

Filone mostrando a Roma la sconfitta giuridica nella causa di lesa maestà, intentata al mondo giudaico, vede già la sua etnia, a seguito dei nuovi decreti imperiali, in balia dei nemici greci alessandrini, accusatori, vincitori nella dramatopoiia giuridica, pronti a spartirsi la ricca preda giudaica, specie ad Alessandria, il centro finanziario del giudaismo e individua staseis ai confini, visti i legami di sangue e di lingua tra aramaici palestinesi ed aramaici di Partia, pronti al martirio per la difesa del Tempio di Gerusalemme, profanato. Il Dio nascosto sembra nascondersi sempre di più di fronte alla maestà del Neos Zeus. Solo quando il giudaismo è naufragato ed è ormai nel gorgo marino, il Dio vero manifesta il suo potere: la morte di Caligola, il falso dio, apre una nuova storia, con la regalità di Claudio imperatore: la morte del persecutore è la vita del perseguitato; il vero Dio guida la storia, sua è l'oikonomia.