I DISCHI DI NATALE
San Benedetto del Tronto | LEONA LEWIS e SUSAN BOYLE
di
I dischi di natale: LEONA LEWIS e SUSAN BOYLE
LEONA LEWIS
Christmas with love
Vincitrice a 22 anni dell'edizione inglese di X Factor, nel 2007, Leona Lewis ha lasciato il graffio della sua bella voce in tre album realizzati in 5 anni di carriera. Solo all'esordio e, grazie al talent show, le vendite del suo disco hanno superato i 7 milioni di copie e oggi l'artista rende omaggio al repertorio natalizio con questo lavoro uscito un paio di settimane fa nel quale esegue anche tre sue composizioni ("One more sleep", "Your hallelujah", bella ballata intimistica e "Mr. Right").
La chiave di lettura di tutto il disco è il pop, puro e semplice, che strizza l'occhio al terzinato più tipico della canzone in stile anni Sessanta ma anche del decennio precedente nel quale il pop sposava alla perfezione il rock'n'roll da spiaggia ("Winter wonderland", "Christmas, Baby please come home", "I wish it could be Christmas" e "White Christmas"). L'amore della giovane di colore per la musica soul emerge però in classici come "Oh holy night", dal sapore gospel, e in "Silent night", breve brano di chiusura eseguito a cappella dalle sue belle corde vocali. Non manca la classica "Ave Maria" di Franz Schubert che la sua voce contraltistica esegue in un'atmosfera fuori dal tempo. Peccato che ad accompagnare la voce in quest'ultimo brano ci siano delle tastiere sintetiche e non un vero pianoforte.
Voto 7/10
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SUSAN BOYLE
Home for Christmas
Ancora una voce da un talent show britannico. Ed è quella di Susan Boyle che aveva incantato la Rete con milioni di contatti per la sua esibizione con "I dreamed a dream" al Britain's got talent nel 2009.
Col Natale la Boyle ci aveva già provato tre anni fa regalando belle esecuzioni nel suo album "The gift". Oggi ricalca quelle orme con le classiche 12 canzoni. Il livello è però estremamente mediocre. Le esecuzioni sono di maniera (sciabi cori angelici compresi) con un repertorio che non brilla per scelta, nonostante il duetto virtuale con Elvis Presley di "O come, all ye faithfull" (spiegatemi che c'azzecca!), le cornamuse della sua terra usate con gli Overtones coi quali duetta in "The little drummer boy" e l'ulteriore duetto con Johnny Mathis in "When a child is born", con coro annesso, tronfio e banale. Sembra un'annoiata Doris Day che sonnecchia cantando accanto al focolare mentre quell' home anglosassone, destino finale di ogni desiderio natalizio, qui ha il sapore della mèta stanca quando il sonno ci assale. Il tutto ha il sapore acre delle operazioni di mercato. Per niente riuscite.
Voto 4/10
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14/12/2013
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