Juliette Greco chante Brel
Massignano | Juliette Gréco si riaffaccia sul palcoscenico della canzone re/inventando Brel in una cornice viennese degli inizi del XX° secolo, come in un virtuale salotto di Alban Berg.
di Paolo De Bernardin
Juliette Greco
Dall'alto della sua infinita classe che ha lasciato il segno nella società intellettuale e in quella dello spettacolo francese dell'intero Novecento, Juliette Gréco si riaffaccia sul palcoscenico della canzone re/inventando Brel in una cornice viennese degli inizi del XX° secolo, come in un virtuale salotto di Alban Berg.
Alla veneranda età di quasi 87 anni la Signora scopre le carte con l'assenza di pudore che il tempo ha saputo donarle. Dichiara di aver amato il Grand Jacques e di poterlo oggi rivelare senza paura. Più che cantare, declama col piglio di una straordinaria attrice di teatro "traverser le present en s' excusant déjà d'etre pas plus loin" (attraversare il presente scusandosi di non essere un po' più in là, da "Les vieux") e con l'aiuto di suo marito, Gérard Jouannest, già braccio destro di Brel nonché superbo arrangiatore e pianista di questo progetto, confeziona cinquanta minuti di pura magia nella quale la fine dell'esistenza appare come il profumo d'essenza di una sera d'estate.
Sono dodici canzoni, come nella tradizione del vinile, che ripercorrono la storia di uno degli autori/chanteurs più alti della canzone europea, rivisitati come nessuno aveva mai fatto prima e fuori dalla scontata banale melassa di troppe riletture. L'urlo di "J'arrive" (ah quella sensazione della fine che torna a ciclo continuo e che gioiello di perfezione formale da vero capolavoro!) oppure il sussurro rauco di "Ne me quitte pas" o l'immersione totale nel porto di "Amsterdam", intensa come una preghiera di Sakamoto e sulle corde incerte di una voce mai stanca e disperata, vanno a braccetto con l'aria di valse musette parigino di "Fils de".
E da una stanza e dal violoncello à la César Franck, l'ultima luce entra dalla finestra dell'addio con "La chanson des vieux amants". Qui l'attrice prende il sopravvento e squarcia come un uragano(oraaaaage/meeeeerrrveilleux) ogni nota della canzone sull'onda opaca di ogni parola del grande Jacques...."c'è voluto del talento per esser vecchi e non adulti"
Voto 10/10
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02/12/2013
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