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1 febbraio presso l'Auditorium Comunale l'Ingegner Giuseppe Palestini presenterà "Benedetto Loggi"

San Benedetto del Tronto | Generazioni di ragazzi (1945-1980) e familiari che per 35 anni hanno incontrato Benedetto Loggi fra i banchi di scuola, nei campeggi, nei campi scout, sui campi di sci, ai raduni universitari ad Assisi o al cineforum parrocchiale.

Benedetto Loggi

Un sacerdote "atipico" perché la sua "mission" non fu incardinata nell'ambito di parrocchie ma fu svolta parallelamente ad esse sia perché con l'insegnamento doveva sostenere i famigliari, sia come riflesso delle vicissitudini che segnarono profondamente il suo "essere sacerdote". Cosa questa che rese originale, appassionato, penetrante ed entusiasta, lo svolgimento del suo ministero pastorale fino al termine dei suoi giorni, così come documentato dalle testimonianze scritte e dalle foto d'epoca riportate nel libro.

Meno nota è la vicenda vissuta dal sacerdote Benedetto Loggi negli anni dal 1943 al 1953. Una storia che inizia nel contesto degli avvenimenti drammatici e dolorosi della guerra (con i bombardamenti sulla città), nel quale videro la luce due iniziative ad opera di don vittorio Massetti (Franz): la Casa dell'accoglienza dell'infanzia abbandonata (S. Gemma), alla quale donò il palazzetto di famiglia, e l'esperienza del "Cenacolo", una proposta di vita comunitaria del clero per il rinnovamento della funzione sacerdotale, del servizio agli indigenti, del distacco dai beni ecclesiastici. La comunità sacerdotale era raccolta intorno alla Abbazia del Paese Alto; a tale comunità don Benedetto Loggi aderì insieme ad altri sacerdoti .

Quest'ultima iniziativa ebbe inizialmente l'approvazione e la benedizione dell'allora Vescovo Luigi Ferri ma successivamente, a seguito di denuncia fatta da teologi locali, fu disapprovata dal S. Ufficio. Si susseguirono scritti anonimi e palesi diretti a screditare protagonisti e simpatizzanti del " Cenacolo " che furono oggetto di incomprensioni e calunnie, incoraggiate da sottili e maliziose insinuazioni, fino a rasentare la medioevale caccia alle streghe. Tutto sfociò in una decisione drastica presa dal Vescovo su suggerimento del S. Uffizio: sospensione " a divinis " dei sacerdoti implicati, allontanamento dai seminari per quanti simpatizzavano con i cenacolisti e scomunica ai partecipanti laici.

Le comunità cristiane di S. Benedetto e di Acquaviva Picena si divisero in fazioni pro e contro, animate da forti contrapposizioni, anche nelle stesse famiglie, che si acuirono nel difficile clima politico-sociale del dopoguerra. Anche l'Istituto S. Gemma subì un doloroso ostracismo in conseguenza di quegli avvenimenti.

Don Benedetto Loggi fu colpito in pieno dalla tempesta ma lottò strenuamente con il suo amore per la verità, con la sua obbedienza e con la sua dignità conservando la fede nella sua Chiesa e nei suoi pastori. Riconquistò pienamente il ministero sacerdotale con il nuovo Vescovo Vincenzo Radicioni .

Con il suo libro l'autore ripercorre fra l'altro e più in particolare gli avvenimenti di quegli anni difficili della vita di Don Benedetto Loggi e di quelle comunità cristiane locali sulla base di documenti inediti. Egli dà una lettura dell'esperienza del Cenacolo e del contesto culturale nel quale sono maturate le idee dei loro animatori alla luce delle riflessioni, delle aperture e dei documenti del successivo Concilio Vaticano II°. Il libro è un contributo alla verità e un invito a rendere l'onore cristiano ai suoi protagonisti.

In proposito, sul libro recente "Il Mattone Interrato" (S. Gemma) uno studioso, sacerdote contemporaneo, afferma che, in quel tempo: " accanto a preti degni e zelanti che portavano avanti con il massimo dell'impegno la loro vita sacerdotale c'erano altrettanti preti troppo "normali" non abituati ai grandi slanci culturali e tantomeno a innovazioni radicali". E, ancora, un vescovo della stessa diocesi, molti anni più tardi, riconobbe, diplomaticamente, che : "La Chiesa intervenne in forme drastiche, proprie di quei tempi ".

A don Vittorio Massetti nel 1987 la Città di S. Benedetto rese merito civile conferendogli il " Premio Truentum ". A don Benedetto, agli altri confratelli, a don Vittorio e a quanti patirono dolorosamente quei giorni, la Chiesa locale di S. Benedetto e di Acquaviva Picena renda cristianamente grazie.

31/01/2014





        
  



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