ARTISTI VARI

The secret life of Walter Mitty (OST)

Pur con le dovute distanze il film "I sogni segreti di Walter Mitty" potrebbe essere accostato a "The artist". Laddove in quest'ultimo si raccontava il passaggio dal cinema muto al cinema sonoro nel nostro si narrano le vicende di un fotografo della rivista Life che mette fine alle edizioni su carta passando a quella digitale on line. Con una visione fiabesca che rimanda a Forrest Gump, Walter Mitty (con Ben Stiller, attore e regista) attraversa con la sua mente una storia fantastica proiettando i suoi sogni nei soliti, banali trucchetti del cinema hollywoodiano ad effetti speciali che ormai non incantano più nessuno.

Il commento sonoro è però estremamente delicato nelle varie descrizioni ed è fatto di interventi molto brevi messi in musica da Theodore Shapiro, quasi minimalista, onesto sottolineatore di emozioni (autore anche delle musiche de "Il diavolo veste Prada") per quadretti da uno o due minuti che su disco risultano molto efficaci e descrittivi ma che si perdono in molte immagini del film. La dimostrazione pratica si ha nel secondo disco ispirato al film che contiene 12 canzoni. Si apre col potente "Step out" di José Gonzales, braccio destro del compositore e autore di tre brani in stile anni '60. Efficace è l'intervento degli islandesi Of Monsters and Men con il folk à la Lumineers di "Dirty paws". Con le band nordiche il regista e l'amico Gonzales vanno proprio a nozze se hanno scelto anche due brani degli svedesi Junip ("Far away" e "Don't let it pass"). Il giro delle indie rock è molto frequentato nella selezione dei brani del film ma non mancano band alternative come i Rogue Valley di Minneapolis (due brani molto affascinanti come "Lake Michigan" e "The wolves and the Ravens" che rimanda alla memoria delle belle canzoni di Paul Simon) o i canadesi Bahamas i quali con l'aiuto dei Weather Station, gruppo di Oakland eseguono una magnifica versione acustica di "Don't you want me" degli Human League.

Non manca il bravo Jack Johnson, specializzato anche in canzoni da colonne sonore, con la sua deliziosa "Pina colada song-The escape", ma le cover sono davvero le cose più affascinati del disco che si chiude con una bellissima versione di "Maneater" di Hall and Oates eseguita al femminile dalla giovanissima e brava Grace Mitchell, il cui album d'esordio è di imminente pubblicazione. La cifra del film sta proprio nel volo di Ben Stiller mentre partono le note della celeberrima "Space oddity" di David Bowie usata per il mixing del duetto (virtuale) con Kristen Wiig, (scialba) protagonista femminile del film stesso. E mentre l'edizione originale faceva riferimento ad una capsula spaziale che guardava il mondo dalla stratosfera in un magico volo del maggiore Tom che chiamava la Terra, qui è solo un elicottero che vola sopra la città a bassa quota. La stessa quota di un film inconsistente
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Voto 7/10