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Voci nella nebbia

San Benedetto del Tronto | Vanessa Daou - Light sweet crude

di

VANESSA DAOU

Light sweet crude

Immaginate la voce di Yoko Ono fusa con quella di una tipica ninfetta francese in stile Françoise-Hardy-anni-sessanta, oppure uno strano incontro tra Sade e Laurie Anderson ed avrete la rappresentazione artistica concreta di Vanessa Daou, matura artista proveniente dalle Isole Vergini, ormai newyorkese a tutti gli effetti giunta con questo lavoro al suo settimo disco.

Vanessa Daou non è ossessionata dalla produzione discografica se ha realizzato gli ultimi tre album in 15 anni ma il suo stile è perennemente legato alle tendenze più fashion della Grande Mela. Il suo mix di musica ambient, di sofisticato technohousing e di pop sussurrato su una base elettronica è davvero originale e fa pensare ad un moderno Brian Eno in gonnella che si introduce in un club di jazz. Basterebbero brani come "Brunette" oppure "Revolution", che chiude l'intero disco, per rappresentarla col suo crescendo ossessivo dal raffinato sapore esotico che fa convivere Maurice Ravel con i Kraftwerk ("Love is war"). Di certo non si può ascrivere l'arte vocale della Daou al bel canto o alla perfezione formale delle grandi voci della storia perché a lei interessa più che il respiro diventi strumento e che si mescoli alle atmosfere di Jamiroquai e di Jazzmatazz, tra un testo poetico di Erica Jong e selezionate pagine di Gertrude Stein. E' il risultato della frequentazione e dello studio alla Columbia University con il poeta Kenneth Koch (e di recente col poeta spagnolo Bruno Galindo) mescolato agli elementi coreografici di Eric Hawkins che le ha insegnato la postura del corpo in un movimento armonico che faccia diventare il suo concerto uno show visuale complesso, lontano dalla staticità di Laurie Anderson e più apparentato ad una sofisticata sfilata di Alta Moda.

Con la sua musica Vanessa Daou ha reso omaggio al femminismo e a John Coltrane, ai Depeche Mode e ai Cocteau Twins in una esplorazione sonora che non ama le barriere e diventa continuo crossover esplorativo che la trasforma in una modernissima Frida Khalo della musica contemporanea. Il percorso sonoro di Vanessa Daou è una continua navigazione a vista nell'oceano della poesia tra sinuosi movimenti del corpo e un tappeto sonoro penetrante. Brani come "Trouble comes" , "Just for you", "Break me", "Camouflage", "Bar D'O" (in stile Satie) hanno quel potere di una nebbia avvolgente e ossessiva che gli inglesi traducono nel termine "sultry" nel quale la passione è un'afa da cui non ci si può liberare.


Voto 7,5/10

 

08/01/2014





        
  



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