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Il risveglio di Sinigallia

San Benedetto del Tronto | Riccardo Sinigallia "Per tutti"

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Riccardo Sinigallia

"Per tutti"

Riccardo Sinigallia è timido e schivo e le note delle sue canzoni sembrano fuoriuscire anche dalla copertina del disco che gioca a fotocopiare opacamente il suo volto. Che sia stato eliminato dalla gara di Sanremo è davvero un dettaglio che non può fargli che onore data lo scarso livello di qualità di tutte le canzoni tendenti a gareggiare per vincere l'oscar della banalità e dell'anonimato.

L'apertura del disco, "Invece io", è una magica fotografia di un'alba, un quadro post impressionista che scatta flash tra Debussy e Satie sulla tastiera di un toccante pianoforte che segna l'anima. Non so quanto sia per tutti questo uso del pop lontano anni luce dagli spot pacchiani della Tv e denso di nostalgie di mezza età nelle quali si constata che gli affetti non sono altro che un mare incerto di sabbia. Certamente il disco è un lavoro di canzoni in cui è la raffinatezza il comune denominatore, una tavolozza di colori che mette insieme il meglio di Max Gazzè e Niccolò Fabi, di Daniele Silvestri e Tiromancino (con molti dei quali Sinigallia ha lavorato in passato in qualità di produttore) in uno stile unico ma tipico della moderna scuola di cantautori romani figli spirituali di Francesco De Gregori. Nell'anagrafe di Sinigallia c'è un'emblematica data di nascita (4 marzo) che rimanda a Lucio Dalla, un maestro della parola cantata lungo la linea sottile di una melodia interiorizzata. Nella sua scrittura, Riccardo Sinigallia, aiutato anche dal suo amico e raffinatissimo autore, Filippo Gatti, traccia un segno indelebile nel quale è bandito l'urlo a favore del sussurro. A tratti ci sono chitarre "americane" nella migliore tradizione del folk singer, c'è un arrangiamento essenziale che non invade mai le parole lasciandole libere e limpide. E quando motivi come "Per tutti" incalzano e sembrano abbracciare il linguaggio del rock più classico assistiamo solo ad un crescendo che insiste su una forte emozione e sulla denuncia della banalità di certe scelte, come un risveglio dopo anni di silenzio (è questo il terzo disco in 12 anni e giunge otto anni dopo "Incontri a metà strada").

Il passaggio alla Sugar della Caselli sembra però aver messo Sinigallia con le spalle al muro nel trovare un sottile filo di compromesso con certi suoni radiofonici ("un musicista si sa è uno che si misura con l'ambiente", canta in "Non è più come prima") che restano pur sempre vestiti di grande eleganza come in "Le ragioni personali", arricchita di fiati in stile r'n'b anni Settanta, ma è in brani come quello di chiusura, "Tu che non conosci" oppure "Io e Franchino" o la bellissima apertura "E invece io" o il brano sanremese che Sinigallia lascia la sua magnifica zampata e il segno di autore interprete originale della nostra canzone.

Voto 7,5/10

26/02/2014





        
  



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